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Precari a Catania: il bilancio dopo l’occupazione

Palazzo Minoriti, Catania

Fa caldo a Catania, d’altronde siamo in piena primavera. L’aria si appesantisce, il sole con i suoi lunghi raggi di maggio colpisce la pelle, inizia quasi a bruciarla. L’estate è ormai alle porte. La gente ripone i cappotti dentro gli armadi, nei bar si consumano le granite, sollievo e delizia per la gola; la domenica mattina si fanno i primi bagni, alla faccia del duro lavoro affrontato durante la settimana. Eppure, non tutti i lavoratori hanno avuto il privilegio di godersi negli ultimi giorni il mare di Catania o una passeggiata in via Etnea mangiando un gelato, dopo l’orario di lavoro, con famiglia e amici. Molti lavoratori non hanno potuto gioire di questo clima  pre – estate. Molti lavoratori hanno preso la tintarella, ma di certo non l’hanno presa in spiaggia. Sotto il sole di Catania, precari provenienti da quasi tutto il territorio etneo hanno manifestato la loro preoccupazione, il loro timore, la loro rabbia riguardo alla seria possibilità di perdere il posto di lavoro, e lo hanno fatto con una azione forte e decisa. Ieri, infatti, decine di lavoratori precari della pubblica amministrazione (Enti Locali, ASP, Camera di Commercio, Aziende ospedaliere) hanno lasciato Palazzo Minoriti, sede legale della Provincia Regionale di Catania, dopo circa due settimane di occupazione.

Emilia Lardaruccio, una precaria di Scordia (Ct), ci racconta cosa è accaduto.

Emilia, cosa è successo?
Semplicemente da 23 anni siamo dei lavoratori precari. A Scordia siamo in 78, nella provincia di Catania più o meno 500 e in tutta la Sicilia circa 22.500. Il 31 dicembre 2012 per tutti noi, e cioè 22.500 persone, potrebbe essere l’ultimo giorno di lavoro. I nostri contratti rischiano veramente di non essere rinnovati.

Perché avete occupato l’aula consiliare della provincia di Catania?
Abbiamo agito così per avere visibilità, per avere voce in capitolo, per lottare. C’è gente che ha famiglia e che finirà in mezzo a una strada. La politica e lo Stato non possono chiudere gli occhi.

Chi vi ha sostenuto in questa battaglia?
I ragazzi di Scordia di Rifondazione Comunista e di Italia Dei Valori ci hanno sostenuto sin dai primi giorni di occupazione. Ci hanno mostrato tutta la loro solidarietà. Abbiamo ricevuto sostegno anche da parte di Giovanni Leonardi, presidente del consiglio provinciale di Catania, che ci ha aperto le porte dell’aula consiliare.

Qual è la soluzione?
Il presidente della regione Raffaele Lombardo si era impegnato a trovare una soluzione, interpellando ovviamente il premier Monti, ma in base agli ultimi accadimenti non credo possa avere più l’autorità e la capacità di sistemare la situazione. La prima cosa da fare sarebbe, intanto, una proroga dei contratti di lavoro a tempo determinato e, in seguito, studiare una norma che possa garantirci una stabilità.
Vorrei sottolineare che per lo Stato si tratterebbe di un operazione a costo zero, poiché la regione può usufruire del fondo unico per il precariato. Purtroppo ad oggi non abbiamo trovato una soluzione al nostro problema. Il 4 giugno a Palermo ci sarà un incontro con i sindacati, CGIL, CISL e UIL. Staremo a vedere.

Fra i sostenitori della protesta vi erano e vi sono tuttora i partiti di Rifondazione Comunista e Italia Dei Valori, entrambi di Scordia.

Quali sono stati i motivi dell’occupazione?
I motivi per cui hanno occupato (pacificamente) i locali della provincia di Catania, derivano dal mancato accordo sul rinnovo contrattuale, il quale completa la naturale scadenza il 31 dicembre 2012. Si tratta di una categoria di lavoratori sempre bistrattati, che hanno dovuto sempre lottare per il ridimensionamento del loro contratto e soprattutto per il prolungamento. I poteri forti e la classe politica dirigenziale in questi anni non hanno fatto altro che promettere, in modo da farli restare sempre ancorati ad un sistema becero e corrotto. Si sono ribellati, lo hanno fatto occupando, resistendo, rilasciando interviste, dove l’ente provincia rappresenta per loro un megafono per ampliare le trattative e far conoscere il caso. Per lo più si tratta di  lavoratori con contratto in scadenza degli Enti Locali, ASP e Aziende ospedaliere, Camere di Commercio, Università, che chiedono la stabilizzazione a tempo determinato.

In che modo state sostenendo la protesta?
Noi di Rifondazione innanzitutto esprimiamo solidarietà per l’occupazione di  un luogo altamente rappresentativo e chiediamo che i comuni li stabilizzino, ma non possiamo partecipare ad un tavolo decisionale con Raffaele Lombardo vista la sua imputazione e soprattutto considerato che a breve dovrà rimettere l’incarico. Di fatti dall’incontro avvenuto tra le parti, l’impegno dell’attuale presidente della Regione riguarda il coinvolgimento dei Deputati nazionali e regionali.

Guido Rizzo, Rifondazione Comunista, Scordia
Delfo Aristodemo, Italia Dei Valori, Scordia

L’appuntamento è dunque per il 4 giugno a Palermo. L’augurio è che possa essere l’inizio di una estate serena per queste 22.500 persone; la speranza è che possano rilassarsi la domenica mattina distesi sulla spiaggia, pensando al duro lavoro svolto e, sorridendo, a quello che svolgeranno.

Ringraziamo Emilia Lardaruccio per la sua disponibilità.

Di Attilio Occhipinti

 

 

 

 

 

 

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