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L’appello Infernale

L’anno accademico ricorrente non si prospetta roseo per gli studenti dell’Università di Catania della Facoltà di Lettere e Filosofia. Dopo aver rimandato ben tre volte l’appello di Letteratura Italiana, previsto per una prima data il 6 febbraio e giunto a svolgersi il 23 dello stesso mese per gli studenti di Lettere Moderne, una delle due assistenti di entrambe le cattedre di Letteratura italiana e Letteratura teatrale, incaricata di interrogare in assenza giustificata della docente titolare, comincia a rimandare più studenti (del corso di Letteratura Teatrale) basandosi sulla risposta ad una singola domanda, criterio riduttivo per sondare la conoscenza del laureando di un programma tanto vasto.
Nel tentativo di svelare la natura di tali soprusi, intervistiamo una studentessa del corso di laurea in Lettere Moderne, prima esperiente di tali disagi e ansie precedenti l’esame, per molti il primo della propria carriera universitaria.

Come vivi da studentessa e matricola aggiungerei, la notizia delle ricorrenti e quasi misteriose bocciature?
Sono allibita. Tutti conosciamo la situazione del nostro Ateneo, e tutti sappiamo che purtroppo, davanti a questi soprusi, il rettore non muoverà un dito­.­
Le bocciature non le definirei misteriose, ma ingiustificate; non si può rimandare uno studente in base a  una sola domanda, alquanto “insignificante” rispetto alla vastità del programma affrontato, composto da 8 romanzi e 7 copioni (in versione intera) di opere teatrali­.

Quando ti presenterai all’appello, pensi di subire la stessa sorte dei tuoi pari?
Credo di sì,  tutto è in balia della fortuna e del caso. Se dovessi fare esame con questa assistente, lo studio di tanti giorni non sarebbe valso a niente. Nel caso dovessi invece fare l’esame con l’assistente più “umana”, avrei qualche speranza in più.
Inutile dire che la professoressa non ci sarà: cosa alquanto improponibile poiché, in quanto docente, sarebbe TENUTA a presentarsi­.
La sua assenza è sì giustificata, ma da motivi futili. Come è già capitato, noi matricole abbiamo più volte chiesto consiglio ai più “grandi”,veterani della facoltà e vittime di questo sistema. Alla domanda  ” Ma la prof.*** come si comporta agli esami?”, seguiva sempre la stessa risposta: “Ma lei non è mai presente, non fa esami, ci sono sempre e solo le assistenti”­.­­

Avete già lamentato tale disagio al rettore?
Il rettore è consapevole di queste ingiustizie, ed è anche consapevole della mancanza di metodo di insegnamento della docente titolare, ma il prestigio che questa apporta alla facoltà è più importante della sua effettiva competenza ..

… e più importante della carriera degli stessi iscritti a questo punto. Con che spirito ti presenterai all’esame?
Mi sto preparando, ma sono molto scoraggiata; non è facile cercare di essere positivi davanti a delle ingiustizie del genere. Non dico che tutti gli studenti dovrebbero essere promossi, ma non si può capire e valutare a fondo la preparazione di un allievo solamente con una domanda: è troppo riduttivo e poco gratificante.

di Marta Cafiso

 

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