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Un saluto a tutti voi

Solitamente quando cambia il direttore editoriale di una testata è un momento gzerologo2traumatico nei lettori.  A meno che non è Gianni Riotta a fare i bagagli, ovviamente. È un po’ come se cambiasse il regista della nostra saga preferita: per quanto la ricetta formalmente non subirà stravolgimenti, ci sarà sempre una differenza di visioni, comportamenti, gusti o più semplicemente di personalità a togliere o a dare qualcos’altro all’opera in questione. Migliore o peggiore sta al pubblico deciderlo, quello che conta dire è che sarà diverso.

Questa fondamentalmente è la mia posizione: prendo in mano una testata che dal nulla è diventata un unicuum nel vasto panorama dell’informazione di Ragusa e della Sicilia che è spesso caratterizzata dal nulla mischiato con il niente. Una testata che non ho creato io, ma al cui sviluppo ho partecipato semplicemente in passato con i miei articoli, e che adesso mi trovo a dirigere non senza il timore di deludere voi che leggete.

Tuttavia questa paura si fa meno forte nel momento in cui penso ai motivi per cui ho deciso tempo addietro di collaborare a questo giornale. L’ho fatto per descrivere quello che vedevo, senza filtri e senza reticenze perbeniste o di comodo. Ho deciso di iniziare a scrivere per Generazione Zero perché non volevo più sentirmi dire da un caporedattore di qualche quotidiano inutilmente famoso di prendere la macchina e andare fino a Marina per descrivere la mostra di pesca subacquea.

No, non ho niente contro la pesca subacquea, il punto è che questa non è una notizia, è solo spreco di carta, è solo mettere qualcosa tra una pubblicità di abiti da sposa e un’intervista al cloroformio al politico indagato del mese. Appena ricordo questo capisco i miei intenti si fanno meno nebulosi e quindi, capendo perfettamente cosa voglio dire e far dire agli altri collaboratori della testata, so che da questo fondamentale punto di vista Generazione Zero sarà quello che sempre è stato.  Niente riassunti facili di comunicati stampa, niente interviste felpate, niente rassicurante aria fritta per riempire una testata e svuotare le teste.  Solo quello che accade, quello che ci accade, il perché e come avviene, senza filtri o fiocchetti.

Per quanto la figura del giornalista sia ormai in Italia sia una creatura mostruosa nata congiungendo la figura della passeggiatrice a quella del fannullone romantico, io non voglio arrendermi a questo orrendo luogo comune.  Il giornalismo è tutt’oggi lo strumento migliore di democrazia che le persone hanno in mano. I social network, le apps, internet e tutte le altre innovazioni tecnologiche che ci hanno cambiato la vita sono solo i nuovi irresistibili mezzi attraverso cui il giornalismo ha potuto svelare e svegliare dove ha potuto.
Quindi, pur con tutti i miei difetti e le mie diversità di vedute con il mio predecessore (che ringrazio per l’incarico affidatomi), la linea editoriale di questo giornale non cambierà, rimarrà quella di sempre: dire in maniera semplice e chiara le cose come stanno.

Ester Nobile

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