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Ragusa 23esima città peggiore d’Italia

Quanto è bello vivere in una valle verde

 

Come ogni anno, Il Sole 24 Ore stila la classifica delle città più vivibili d’Italia. Tranquillizzatevi, la Sicilia non sta in top ten. Non si trovano capoluoghi nemmeno in top twenty,  e nenanche nella top fourty. Diciamo che se la Sicilia fosse un disco e le sue città fossero dei singoli, la Trinacria sarebbe veramente un fiasco totale, peggio dell’ultimo disco dei Litifiba. L’unica cosa che può consolarci è che lo scettro di peggiore città dove vivere in Italia quest’anno lo conquista Foggia. Tiè, si vive meno peggio a Caltanissetta. Sono soddisfazioni.

E Ragusa? Il giornale di Confindustria ci relega all’ottantasettesimo posto.

Certamente sembra veramente un fulmine a ciel sereno. A Ragusa ci siamo sentiti un po’ come quando si mangia con il bilancino per non ingrassare e poi la bilancia dà il mesto risultato finale: cinque chili in più. Senza motivo. Insomma un verdetto ingiusto oltre ogni limite, ad una città che comunque è la seconda città meno peggio della Sicilia, subito dopo Siracusa (che svetta dall’ottantunesimo posto).
Sbigottiti e alquanto scossi, noi ragusani giornalisti di questa testata ci siamo fatidicamente chiesti perché: l’abbiamo fatto analizzando le singole categorie di questa pagella.

 

Tenore di vita

Novantaseiesimi su centosette:  tradotto in termini strettamente macroeconomici siamo con le pezze al culo. A quanto pare a questi giornalisti economici di Milano non piace il nostro modello di sviluppo, basato su lavori precari umilianti e bisognosi di manovalanza con la licenza elementare. Ma noi ragusani siamo gente semplice e riusciamo benissimo a vivere con poco, alla faccia dei bauscia.

Almeno finché i nostri genitori campano.

 

Affari e lavoro

Parlo di questa categoria rimembrando la manifestazione del 14 Gennaio, in diretta da Piazza San Giovanni. Manifestazione che ha visto sfilare un gigantesco corteo per le vie di Ragusa contro la crisi economica e per il rilancio dell’economia iblea. Una rappresentanza praticamente di tutti i settori della società civile: sindacati e associazioni di categoria (oltre all’unico partito aderente, SEL)  e di ogni risma hanno animato una protesta che per Ragusa è una sorta di prima visione, una protesta contro la disoccupazione.

Come? Proprio noi che sfilavamo in corteo solo per il santo patrono adesso facciamo come gli altri meridionali? Ebbene sì: a quanto pare il sogno dell’isola nell’isola si è finito, o sta lì lì per spirare, e l’unica isola incanta rimane quella di Peter Pan. Si prevedono con questi chiari di luna delle edizioni di Ragusani nel mondo  ancora più lunghe (e trash).

Posizione? Ottantesimi.

 

Tempo libero

Non vi ammorberò con la malinconia dei nostri giovani che passano i migliori pomeriggi della loro vita appollaiati su uno Scarabeo 50 cc tra le strade del quartiere Pianetti o nel parcheggio de Le Masserie perché l’alternativa sarebbe guardare il soffitto. Devo andare a Modica che qui la sera a Ragusa non c’è una mazza da fare.

Posizione? Novantatreesimi. Non finisce mai il divertimento da noi.

 

Ordine Pubblico

Potete anche evitare di scendere con i cappi e le croci che bruciano andando a caccia dell’uomo nero. Siamo al cinquantasettesimo posto.

 

Servizi pubblici e ambiente

A Ragusa il codice della strada in materia di parcheggi è ormai come la Legge delle Spade dell’Albania del nord: una legge non scritta ma che ha più valore nella società di quella ufficiale. Si parcheggia ovunque a Ragusa, qualunque antro, galleria, cripta, catacomba è succulentemente visto dall’automobilista ibleo come uno spazio ad uso e consumo della sua fedele quattro ruote. Strisce pedonali, parcheggi per disabili, curve, cassonetti, il marciapiede non possono essere squallidi ostacoli quando abbiamo qualche problema di viabilità. Ma si sa, in una città dove l’autobus è il trastullo degli anziani che hanno tempo da perdere, vista la precisione, la puntualità e l’abbondanza del servizio, mettere una multa perché è vietato parcheggiare in doppia fila su una curva che dà sulle strisce può essere elettoralmente controproducente. Io non ti do gli autobus, tu non avrai le multe e intanto camminiamo in questa valle verde. Se tolgono magari il SUV piantato davanti la porta di casa mia però, che sono in trappola.

Riguardo l’ambiente, se la domenica avete molto tempo a disposizione, fate un meraviglioso giro turistico per i vicoli del nostro centro storico per vedere come gli angoli dei marciapiede siano ormai delle installazioni di arti moderne fatte da rifiuti.

Ah, mi dicono dalla regia che non sono installazioni, sono proprio montagnole di rifiuti.

Posizione? Settantatreesimi.

 

Popolazione

Abbiamo perso venti posizioni rispetto all’anno trascorso, scivolando al settantaquattresimo posto.

Staremo mica emigrando in massa? Con questi dati alla mano? Veramente?

 

Certo, quantificare la felicità di un posto non è cosa facile, non per niente Italia Oggi ci assegna la medaglia per il sessantatreesimo classificato. E il sindaco Nello Dipasquale, al quale ancora non hanno detto che il berlusconismo si è per adesso preso una pausa, sfrega la medaglietta e afferma:

 

“l’Amministrazione Comunale ha influito in maniera determinante al raggiungimento di questi risultati, se si considera che i dati di alcuni anni fa – in questa come nelle analoghe analisi annuali – vedevano Ragusa costantemente relegata agli ultimi posti della graduatoria nazionale, mentre quelli attuali la vedono affermarsi secondo una crescita costante e lusinghiera”.

 

E già, ci vuole impegno ad arrivare al sessantatreesimo posto, figuriamoci ad essere persino la ventitreesima peggiore città dove vivere in Italia.

 

Ester Nobile

 

 

 


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