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Sì o no alla riforma Gelmini? Binari divergenti

Si è tanto discusso sulla  riforma del governo nazionale sui provvedimenti scolastici  voluti dal ministro dell’istruzione, dell’ università e della ricerca Mariastella Gelmini, iniziati ufficialmente con la legge 133/2008 e proseguiti con la legge 169/2008 il cui scopo principale è quello di riformare il sistema scolastico italiano. Questo decreto, divenuto legge,  con  le nuove disposizioni inerenti alla scuola presenti in finanziaria, ha provocato un’ondata di manifestazioni di protesta sia da parte di alcuni insegnanti, sia da parte di molti studenti, che si oppongono al contenimento  della spesa pubblica in materia di istruzione. In alcuni casi alle manifestazioni sono seguite le occupazione degli atenei e degli istituti scolastici. Tuttavia le manifestazioni organizzate dagli studenti  nelle varie piazze delle più importanti città italiane si sono  concluse con atti di violenza e scontri con le forze dell’ordine perdendo di vista la possibilità degli studenti di attuare un confronto democratico e serio con i membri del governo sui punti non concordi della riforma Gelmini.

Ma qual è il parere degli studenti? Ne abbiamo incontrati alcuni a Catania, presso la facoltà di lettere e filosofia dell’ Università degli studi.

Che cosa ne pensi della riforma Gelmini?

La riforma Gelmini secondo me è una riforma come un’altra, pensata da più persone, purtroppo di simili posizioni politiche e affibbiata ad un’unica persona come mero “Specchio per le allodole” . Comunque possiede delle potenzialità non indifferenti che però non vengono sfruttate al massimo e non sono esplicate come si dovrebbe.

E’ giusto il modo in cui sono state organizzate le manifestazioni da parte degli studenti contro la riforma? Ed erano informati sui contenuti della riforma?

Il modo in cui sono state organizzate la maggior parte delle manifestazioni è il più opportuno possibile, soprattutto le prime manifestazioni organizzate come risposta negativa all’ avvento della riforma. Ma come si conviene in tutte le manifestazioni e come è normale che sia hanno partecipato sia coloro che erano  informati di tutti o quasi tutti gli aspetti della riforma sia gente poco non informata del tutto mossi da semplice spirito di contraddizione. Personalmente posso dire di aver partecipato con entusiasmo a una delle manifestazioni più importanti per quanto riguarda  l’argomento, nell’ anno 2009 a Roma organizzata perlopiù dai sindacati sia di stampo marxista come la CGL sia da altri con differenti ideologie. L’informazione data dai mass-media sulla manifestazione in questione è stata scandalosamente di parte e poco realista.

In che modo potevano essere organizzate questo tipo di manifestazioni da parte dei studenti visto i numerosi atti di violenza avvenuti durante queste manifestazioni?

Ho seri dubbi sulla violenza degli studenti dopo aver constatato in prima persona l andamento pacifico di una manifestazione organizzata in modo corretto. Se vi sono stati atti di violenza credo siano scaturiti da quell’insoddisfazione provocata dal non essere ascoltati o da coloro i quali che cercano in tutti i modi di trasformare una manifestazione pacifica di studenti in puri atti di violenza non organizzati da studenti ma da altri gruppi di persone con lo scopo di danneggiare una forma di protesta pacifica.

Quali sono i punti principali della riforma che non approvano gli studenti?

Il principale punto che gli studenti non approvano sono i cosiddetti  tagli alla ricerca, punto che non è stato ben chiarito da alcune trasmissioni di informazione e che di conseguenza ha fatto insorgere gli animi. Altro punto fondamentale sono i tagli al personale scolastico in quanto se la riforma venisse attuata in tutti i suoi aspetti andrebbe a colpire personale precario che lavora da anni e che sarebbe impossibilitato ad entrare di ruolo. Nonostante ciò, anche se può sembrare una contraddizione, la riforma Gelmini se curata da molteplici persone e personale più competente potrebbe diventare una delle riforme scolastiche più importanti dell’ ultimo centennio visto che siamo ancora legati all’unica riforma sulla scuola creata, ovvero la riforma Gentile.

 

Di Luciano Carrubba

 

 

 

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