Press "Enter" to skip to content

Veronika decide di morire di Paolo Coelho

Quando spuntano scrittori come Paolo Coelho vieni quasi voglia di smettere di abbandonarsi ai piaceri della letteratura. Di fronte a libri come Veronika decide di morire (a quando il premio titolo trash dell’anno? Perché solo in questo caso darei settecento stellette a Coelho) sarebbe meglio dare il nostro cervello in pasto ai reality show o alla propaganda di qualche dittatorello basso, calvo e grassoccio che deciderà qualche giorno, di punto in bianco, di mandarci a morire in massa in qualche guerra per l’affermazione dell’inalienabile diritto all’orgasmo maschile sempre e dovunque.

Ma bando alle premesse ad alto tasso di inutilità, passiamo alla recensione. Allora Veronika è una ragazza slovena… e qui già verrebbe da dirsi perché uno scrittore brasiliano dovrebbe ambientare un suo libro in Slovenia: non lo so, perché non in Tagikistan o alle Isole Andamane? Non si sa, comunque sia, la nostra eroina decideveronika-decide-di-morire-paulo-coelho- di tentare il suicidio e grazie a Dio si trova in Slovenia e non in Sicilia, perché in Slovenia le trovano un posto letto in un ospedale psichiatrico finché non troverà la veramente vera voglia di vivere, mentre se stava in Sicilia al quinto capitolo ancora doveva arrivare l’elisoccorso.
Ora, la nostra arriva in questo ospedale psichiatrico che è forse l’unico al mondo ad avere applicato la legge Basaglia, perché è un posto fantastico: hanno tutti la camera singola, i dottori sono sinceri ed appassionati, le infermiere angeliche ed appassionate (e nessuna ha una tresca documentata con il primario), nessuno prende psicofarmaci e per tutto il libro è primavera. La cosa più fantastica di questo ospedale psichiatrico però sono i malati: in questo ospedale psichiatrico non si sente mai parlare di bipolari, schizofrenici paranoidi, maniaci ossessivi compulsivi, demenza multinfartuale, depressione… qui i malati di mente sembrano usciti dalle barzellette di Pierino: c’è quello che si crede Napoleone, c’è il poeta, c’è l’incompreso, c’è il fin troppo romantico: viene da chiedersi allora in quale paradiso sia stato Coelho o se egli abbia semplicemente scambiato la sua esperienza all’Agenzia delle Entrate per una al manicomio.
Ma il bello dei libri di Coelho non è ovviamente il crudo realismo delle sue opere, ma la filosofia che c’è dietro. Coelho infatti è capace di vendere vagonate libri disquisendo sui fondamentali quesiti che si pone l’umanità da secoli, come “è meglio andare al mare o in montagna?”, oppure “stasera slip o perizoma?”, o meglio ancora “gliela chiedo al primo appuntamento o aspetto un altro po’?”. Il meglio di sé Coelho lo dà quando trova finalmente delle risposte per i drammi filosofici dei suoi lettori: il nostro autore infatti è capace di essere più scontato del finto filosofo di “Quelli della notte“, il mitico Catalano, solo che lui fa sul serio (almeno credo). Sarebbe capace di rapare ettari di foresta pluviale per stampare carta su cui scrivere innumerevoli capitoli in cui arriva alla fondamentale conclusione che “l’amore è bello”, “vivere è pure sempre meraviglioso”, “quando c’è sole è allora una bella giornata”, “se mia moglie si trucca di nuovo dopo anni vuol dire che mi mette le corna”. In Veronika decide di morire non si smentisce: il profondo significato dell’opera è che la follia in fondo in fondo non esiste, è solo un modo alternativo di vedere le cose (vallo a dire alle vittime dei serial killer). Ovviamente a rivelare l’arcano sono gli amici folli di Veronika, i quali hanno tutti una verità fondamentale da fare sorbire alla nostra eroina (vabbè che solo le piante non hanno una mazza da dire di “intelligente” in questo libro, a parte Veronika ovviamente).
Consigliatissimo se trovate intelligenti le Winx.

22 Comments

  1. Claudio Claudio 22/10/2011

    Credimi se continui così è meglio che lasci perdere tu l’attività di recensione.
    Non leggo Coelho, e non ho intenzione di farlo, ma penso che con un’uscita del tipo “. Allora Veronika è una ragazza slovena… e qui già verrebbe da dirsi perché uno scrittore brasiliano dovrebbe ambientare un suo libro in Slovenia: non lo so, perché non in Tagikistan o alle Isole Andamane?” dovresti abbandonare le recensioni, e forse anche l’intera letteratura, leggere non fa per te.

    • hallymay hallymay 22/10/2011

      mai sentito parlare di ironia baby?

  2. Claudio Claudio 22/10/2011

    Questa poi è bellissima, intendo la parte tra parentesi :

    il profondo significato dell’opera è che la follia in fondo in fondo non esiste, è solo un modo alternativo di vedere le cose (vallo a dire alle vittime dei serial killer)

  3. hallymay hallymay 22/10/2011

    Se ti piace coelho fai outing invece di arrampicarti sugli specchi togliendo qualsiasi dubbio alla tua completa idiozia.
    Leggiti Orwell, leggiti Nadine Gordimer, leggiti Celine, leggiti Hemingway. Vedrai che riuscirai anche tu, forse, un giorno, ad argomentare le minchiate che scrivi. Oppure a ridere di te stesso.

    • Claudio Claudio 22/10/2011

      è probabile che sia una persona stupida, perchè non ho letto nessuno di questi autori, ma tu impara ad accettare le critiche: questa recensione FA SCHIFO, comprendi?

      • Giulio Pitroso Giulio Pitroso 23/10/2011

        Mio dio, abbiamo un esperto di recensioni. Insegnaci.

      • claudio claudio 26/10/2011

        tu prima impara a comporre prima JACK!.
        Ma comunque, io ho criticato, non sono tenuto a essere bravo nel recensire qualcosa, aspettiamo la prossima.

  4. Claudio Claudio 22/10/2011

    Credimi il mio problema non è che ho paura di sembra stupido se leggo Coelho, il fatto è che proprio non lo faccio, e questa non è una recensione, è pura merda 🙂

  5. Claudio Claudio 22/10/2011

    un libro brutto va recensito in maniera brutta, non insultando l’autore o facendo battutine sul libro, tutto questo qui non c’è, magari sarai bravo a fare altro, dedicati a quello, faresti meglio.

    • Demart Demart 23/10/2011

      Uhmmmmmmmmmmmmmm… se quindi non l’hai recensito in maniera brutta, Hallymay, ne deriva che la tua è una bella recensione.
      Se 2500 anni di logica aristotelica non sono stati buttati nel secchio giusto ieri sera.

      • claudio claudio 26/10/2011

        hahahahahahahahahahahahahahahahahaha score!!!

  6. hallymay hallymay 23/10/2011

    non ho insultato coelho quello che insulta sei tu
    “questa non è una recensione, è pura merda :)”
    leva ‘sto sorrisino ipocrita, se per esprimere un concetto hai bisogno delle parolacce, ti consiglio a te di smettere di leggere. Zotico.

  7. fallen virtue fallen virtue 29/10/2011

    a me personalmente quel libro è piaciuto, non credo che un libro si debba arrogare di cambiare la vita o di risolvere a profondi dubbi esistenziali che nessuno ha mai risolto, un libro può pure essere una semplice storia con poco da insegnare. Concordo che forse è un pò sopravvalutato il significato intrinseco nel libro che non è nulla di innovaitvo, però alla fine il libro brutto non è.Inoltre con l’ aumentare della complessità dell’ argomento aumenta pure l’ opinabilità delle affermazioni, e poichè la psicologia umana è un argomento complesso, è normale che non tutti potrebbero trovare illuminantei l punto di vista dell’ autore o trovarlo banale,e in effetti è vero che il finale felice non ci voleva,perchè stacca troppo dal tono drammatico che aveva all’ inizio. Però è pur vero che grazie al lieto fine vi è l’ interessante riflessione del dottore sul ruolo della consapevolezza di morire negli umani,,ed è vero che il libro ha anche un paio di scene particolarmente intense, come quella di veronika ,i lpiano e il tipo autistico che sono particolarmente memorabili e intense….insomma, vadano pure bene le critiche negative a quel libro se non è piaciuto al recensitore, ma non vuol dire che le sue critiche siano verità assolute.

  8. fallen virtue fallen virtue 29/10/2011

    oh e…bello l’ articolo sulla messaggistica istantanea…concordo

  9. Sonny Sonny 10/05/2012

    Ciao ragazzi, guardavo i commenti…al di là del giudizio personale che uno può avere, io vi consiglio di leggere questo pezzo…a me sinceramente mi ha invogliato…e dopo aver letto il libro mi trovo in disaccordo con le critiche e accetto molto volentieri questo giudizio http://coffeepress.it/lifestyle/acab-non-e-un-film/

  10. ajeje ajeje 10/03/2013

    premesso che coelho mi sta sui coglioni e che se voglio una recensione la cerco altrove,
    questa qui mi ha fatto fare un mucchio di risate.
    GRAZIE!!

Rispondi a Claudio Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *