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Inizia il processo al dottor Carmelo Iacono

È iniziato, dopo mille rinvii, il 30 settembre scorso il processo al primario del reparto di Oncologia Carmelo Iacono. L’accusa è di peculato e concussione. Tra il 1997 e il 1999 infatti ha operato, così dicono le carte, trentaquattro pazienti non nelle strutture pubbliche di Ragusa ma in una clinica privata di Catania, la clinica Gretter. I punti in questione sono due. Innanzitutto i pazienti erano sottoposti a visite di controllo e preparazione all’intervento chirurgico nella struttura pubblica di Ragusa, all’epoca l’Ospedale Civile (ora Oncologia sta al Maria Paternò Arezzo). Quindi erano visitati a spese dello Stato. In secondo luogo, quello di maggior rilievo penale, il dottor Iacono induceva i pazienti a farsi operare nella clinica Gretter di Catania, i quali quindi erano obbligati a pagare sia la prestazione del medico, sia la degenza in clinica. Tutto questo perché non c’era all’epoca la sala operatoria in Oncologia e Iacono affermava che se non si fossero operati alle sue condizioni avrebbero dovuto intraprendere un viaggio della speranza.
“Che non è proprio la prospettiva più allettante quando si ha un cancro di cui sbarazzarsi e parecchi cicli di chemioterapia alle spalle…” afferma una delle ex pazienti di Iacono chiamate a testimoniare in tribunale, Carmela Firrincieli. All’epoca, quando si ammalò di carcinoma al seno (il tumore maligno del seno) aveva 54 anni ed era il 1999. Finiti i sette cicli di chemioterapia previsti dal protocollo di cura, il dottore Iacono le disse che era arrivato il momento di estirpare il cancro dal suo seno. Alla modica cifra però di quattro milioni di lire dell’epoca: due milioni e mezzo per la prestazione di Iacono, un milione e mezzo per i due giorni di degenza a Catania.
“Non ci avevo fatto nemmeno caso al fatto che fosse reato quello che stava facendo Iacono; sapevo solo che dovevo togliermi quel cancro il più presto possibile e che non avevo la forza per andare allo IEO di Milano. Certo, mi sembrava strano che un medico chiedesse soldi per operare le persone, ma dato che la prima volta che mi visitò lo fece a pagamento nel suo studio, pensai che anche quest’intervento facesse parte delle prestazioni che dava da… Si può dire privatista? Sono stata ingenua all’epoca, è vero, ma avevo la testa impegnata su altri fronti. Tuttavia, sapere adesso che questo medico approfittava delle malattie dei suoi pazienti per farsi ancora più soldi, bé non è una cosa che fa piacere, né da cittadina né umanamente. Alcuni pazienti ricordo che addirittura dovettero organizzare una colletta per pagarsi l’operazione e la degenza.”
Almeno un rimborso per la spesa dell’operazione o della degenza la signora Firrincieli l’ha avuto?  È stata informata della possibilità di avere un rimborso dalla ASL?
“Ovviamente no.”

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