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Dubbio didattico: spagnolo o francese?

Un paio di settimane fa abbiamo incontrato Alessio Grancagnolo, un ragazzo del Collettivo Principe Umberto – Unione degli Studenti del liceo scientifico e linguistico Principe Umberto di Savoia di Catania. Alessio ci ha raccontato una storia alquanto strana avvenuta nel suo liceo. Una storia tutta italiana che non tradisce per niente la ormai secolare tradizione, anch’essa tutta italiana, secondo la quale ogni inizio di anno scolastico è accompagnato da qualche, per così dire, ruggine didattica.
Studiare le lingue straniere è molto importante, ma quali studiare? Chi decide quali lingue vanno studiate? E’ più importante lo spagnolo o il francese?
Ecco il motivo di queste domande:

Alessio, cosa è accaduto alla 2° B/L?

La 2° B/L è una classe del nostro Istituto ad indirizzo linguistico. Durante lo scorso anno scolastico, il piano di studi della classe in questione era organizzato con tre lingue: inglese e tedesco, comuni a tutti gli studenti, e una terza lingua a scelta tra lo spagnolo e il francese, a discrezione dello studente. Tutto ciò, in gergo tecnico, prende il nome di “sdoppiamento”. L’8 settembre una telefonata inattesa raggiunge i 13 studenti di spagnolo della classe. La scuola li informa che da quest’anno scolastico non è più previsto lo studio dello spagnolo nella loro classe e che dovranno necessariamente studiare francese, sostenendo un esame integrativo per recuperare il programma del primo anno di corso. La questione, oltre a essere di dubbia legalità, solleva subito cori di stupore e indignazione, sia da parte degli studenti della classe e dai loro genitori, sia da molti studenti della scuola. Viola infatti il diritto di ogni studente di non vedere cambiato il proprio percorso di studi in itinere e di vedere rispettata la propria scelta.

Qual è, in breve, la storia del problema in questione?

Il giorno dopo le telefonate della scuola, il 9 settembre, io e Gaetano siamo andati a parlare col Preside, insieme agli studenti della classe e ai loro inferociti genitori. Il Preside Gioia ci allarga letteralmente le braccia: ci spiega che non è più possibile attuare lo sdoppiamento sulla base del nuovo ordinamento e che tale provvedimento è stato imposto direttamente dall’Ufficio Scolastico Provinciale (USP, ex Provveditorato). In realtà, come poi scopriremo, lo sdoppiamento non era possibile nemmeno l’anno scorso, ma è stato tuttavia consentito, per motivi ancora poco chiari.

A chi vi siete rivolti per tentare di risolvere la situazione?

Essendo la situazione più complessa del previsto, noi del Collettivo decidiamo di contattare il nostro amico Pierpaolo Montalto, avvocato da Movimento Studentesco Catanese, per chiedergli la sua preziosa assistenza legale. Pierpaolo si rende subito disponibile per un incontro con i genitori degli studenti e ci assicura che si sarebbe informato all’USP. Ma la situazione era in realtà ben più complessa di quanto potevamo immaginare. Scopriamo che al Provveditorato risultava ufficialmente che tutti i ragazzi della classe, l’anno scorso, avevano studiato il francese, e da nessuna parte era scritto che 13 di essi avevano studiato lo spagnolo. Si apriva dunque il problema del curriculum: anche se avessimo risolto la situazione internamente alla scuola, all’Esame di Stato sarebbe potuto accadere che uscisse la prova in lingua francese, che risultava nel curriculum ufficiale della II B/L, penalizzando ovviamente i ragazzi che avevano studiato lo spagnolo.
Le nostre richieste al Provveditorato erano: il riconoscimento della lingua spagnola studiata l’anno precedente e una sistemazione permanente di quei 13 ragazzi che garantisse loro il diritto allo studio della lingua spagnola.

Quali sono state le risposte e, quindi, le possibili soluzioni da parte del preside Gioia, del Provveditorato e del Collegio Docenti?

Il Provveditorato, dopo lunghe trattative, anche grazie alle pressioni dell’avvocato Montalto, ha riconosciuto ufficialmente la lingua spagnola studiata l’anno scorso, e ha approvato una risoluzione che prevedeva che fosse il Collegio dei Docenti a deliberare riguardo alla questione, sulla base dell’autonomia scolastica. E fin qui sembrava che tutto fosse sistemato. Tuttavia, il Collegio dei Docenti di mercoledì scorso ha affermato che è favorevole alla continuità didattica di questi ragazzi, ma che le ore devono essere date dal Provveditorato, che si è comunque rifiutato di concedere un insegnante.
Le soluzioni proposte dal Preside erano tre: la prima prevedeva lo smistamento di questi 13 ragazzi nelle altre due seconde classi ad indirizzo linguistico durante le ore di spagnolo, ed è stata rigettata dal Collegio per questioni di dubbia legalità (è legale che in una stessa classe vi siano due insegnanti che ovviamente hanno metodi d’insegnamento e metri valutativi differenti, e che dovranno entrambi partecipare ai Consigli di Classe?); la seconda che fosse assunto un docente privato o un supplente di spagnolo ad hoc pagato con il fondo d’Istituto (ma questo significherebbe che ogni anno i ragazzi dovrebbero sostenere un esame integrativo di spagnolo per accedere all’anno successivo); la terza prevedeva ancora lo smistamento dei 13 ragazzi in altre due classi, con lo sconvolgimento della continuità didattica e lo sradicamento di questi ragazzi dal loro ambiente educativo, per non parlare poi della formazione di classi con 34 alunni circa. Inoltre la combinazione delle tre lingue, inglese, spagnolo e tedesco non è presente in alcuna scuola della provincia, e in nessuna altra classe dell’Istituto. Eravamo in un vicolo cieco: gli studenti avrebbero comunque perso una lingua, tra tedesco e spagnolo.

 E adesso…?

Per adesso il Preside ha deciso che dal 3 ottobre i ragazzi vengano smistati nelle altre due seconde ad indirizzo linguistico fino a una nuova delibera del Collegio dei Docenti, che ha comunque assicurato che, se riceverà garanzie giuridiche da parte del Provveditorato, approverà questa soluzione. La mia speranza è che, dopo una vera e propria epopea che ha visto in prima linea il Collettivo, tutto si risolva per il meglio. Questo episodio dimostra quanto i vacui e bigotti slogan della Gelmini sull’“avvio regolare dell’anno” siano pura propaganda del Governo. Mi rattrista profondamente il pensiero che ancora oggi, in un Paese considerato una “democrazia matura” come l’Italia, si debba lottare per affermare il fondamentale diritto allo studio costituzionalmente garantito e come questo Principio Supremo del nostro ordinamento sia spesso subordinato al labirinto della burocrazia e dei cavilli legali.

 

Staremo a vedere se ci saranno ulteriori sviluppi nella vicenda che vi abbiamo raccontato, intanto ringraziamo Alessio Grancagnolo per la sua disponibilità e auguriamo a tutto il liceo scientifico e linguistico Principe Umberto di Savoia di Catania un buonissimo anno scolastico.

Di Attilio Occhipinti

 

 

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