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Intervista a Francesco Puleio (Sciclipress, Luglio 2011)

«TRAFFICO DI DROGA, VIOLENZE SU DONNE E MINORI, DEVIANZE IMPRENDITORIALI ED AFFARISTICHE. ALTRO CHE “PROVINCIA BABBA”»

Intervista al procuratore della repubblica di Modica dott. Francesco Puleio

di Bartolo Lorefice e Paolo Cirica

 

Dott. Puleio, lei viene da una realtà complessa con una presenza criminale organizzata come Catania. Da questo punto di vista, come valuta la nostra provincia? È davvero la “provincia babba”?

Premetto di esprimere delle valutazioni che non riguardano tutta la provincia, ma sono limitate al territorio ricompreso nel circondario del Tribunale di Modica, che riguarda i comuni di Modica, Ispica, Pozzallo e Scicli.

Come ho già avuto modo di rilevare in precedenti occasioni, a mio giudizio nel circondario è presente una criminalità meno aggressiva e violenta di quella che interessa altre realtà. Non è certamente una “provincia babba”, è semmai una zona nella quale il tradizionale controllo sociale, dovuto a delle dimensioni urbane ancora accettabili, ad una struttura familiare presente, si traducono in una più diffusa osservanza delle regole, e consentono una migliore qualità della vita, sotto il profilo della tolleranza e del rispetto reciproco. Ciò non vuol dire che in zona non vi sia delinquenza. Ricorrono comunque forme di criminalità, dedite in particolare al traffico di droga, sono purtroppo frequenti gli episodi di abuso e di violenza nei confronti di donne e minori, come pure sono presenti manifestazioni di devianza imprenditoriale ed affaristica.

 

Si può parlare di mafia in provincia di Ragusa?

Se con il termine mafia intendiamo il sodalizio denominato Cosa nostra, variamente presente, con le sue articolazioni territoriali, in tutta la Sicilia ed anche al di fuori di essa, devo dire che, allo stato, non risultano segnali diretti della presenza di famiglie mafiose che controllino il territorio. Vi sono, invece, soprattutto nella zona di Scicli, dei singoli soggetti malavitosi, in vario modo collegati ad associazioni di criminalità organizzata radicate al di fuori della provincia.

Criminalità organizzata e istituzioni politiche. In che misura le nostre istituzioni sono contaminate da elementi criminosi?

Non si può rispondere in termini generali. Per la mia esperienza, ritengo che in tutte le Istituzioni, non solo in Sicilia, ma in tutta Italia, vi sia sempre la necessità di mantenere una elevata soglia di attenzione, perché la criminalità cerca sempre di infiltrarsi nella gestione della Cosa pubblica, ricercando occasioni di arricchimento e di accrescimento del consenso.

Inchiesta “Modica bene”, “Copai”. Due inchieste che coinvolgono pezzi da novanta della politica iblea. Fermo restando che nessuno è colpevole fino all’ultimo grado di giudizio, se le accuse fossero confermate in sede processuale, un intero pezzo della politica iblea ne uscirebbe come corrotto e impresentabile…

Mi permetta di non rispondere alla domanda che riguarda delle indagini ancora in corso, come tali sottoposte alla valutazione del Giudice.

Rispetto ai reati minori, come furti, scippi, rapine. Come siamo messi in provincia?

Queste manifestazioni criminose sono purtroppo presenti nel territorio di Modica, anche se, soprattutto nei casi più eclatanti, sovente i responsabili sono originari di altre zone. La risposta, a mio giudizio, sta più che nella repressione, nella prevenzione: contrastare la ghettizzazione, lo sviluppo di quartieri dormitorio, vuol dire prevenire la formazione di sacche di emarginazione e sottosviluppo, che costituiscono in altre realtà degli inesauribili serbatoi per questo genere di criminalità.

Un passaggio su Scicli. Diversi incendi nel giro di poche settimane nel nostro territorio. C’è un problema sicurezza a Scicli? Cosa sta accadendo?

Stiamo attentamente monitorando il fenomeno. Certamente, quanto sta succedendo denota un contrasto tra soggetti teso allo sfruttamento delle risorse del territorio.

E in merito all’ultimo, in ordine cronologico, episodio di violenza sessuale, cosa si sente di dire?

Rispondo in termini generali, senza entrare nel dettaglio. Si tratta di episodi molto gravi, nei confronti dei quali la Magistratura e le Forze di Polizia mantengono un elevatissima soglia di attenzione. Gli abusi sessuali nei confronti dei più deboli sono indizio inequivocabile della fine del rispetto umano e on possono essere tollerati.

Il sindaco Venticinque afferma che la videosorveglianza sarà un modo per risolvere il problema. Lei ritiene che tale strumento sia utile a risolvere i problemi della sicurezza?

Certamente la videosorveglianza costituisce una forma di prevenzione e di deterrenza contro i cd. reati di strada. È meno efficace contro le forme di criminalità maggiormente insidiose: i reati ambientali, quelli connessi alla criminalità degli affari e della P. A.

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