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Vendola parla a Generazione Zero

 

Di Massimo Occhipinti


Marina di Ragusa- domenica 15 maggio 2011

 

Domenica 15 maggio l’intervento di Nichi Vendola a sostegno del candidato sindaco Sergio Guastella è accolto con favore da una soleggiata Marina di Ragusa e da una calorosa Piazza Torre allietata dalla musica di Antonio Modica&MohacMusicMachine.

Nell’attesa la piazza timidamente si riempie fino a traboccare e davanti allo sfondo di un mare estivo un’ora densa di temi, di spunti e di riflessioni vola in fretta tra gli applausi dei ragusani, forse da qualche anno disabituati a eventi di questo genere.

Dopo il breve intervento di Guastella, che ricorda i bombardamenti sulla città di Tripoli che attraversano i nostri cieli ma anche quelli metaforici delle istituzioni invita tutti a reagire, e il saluto di Garofalo (candidato sindaco a Vittoria per SEL) la parola passa al protagonista del pomeriggio.

Probabilmente anche in virtù della piazza gremita, Nichi Vendola percepisce la domanda di un confronto civile sui temi reali e il fastidio per le battute sempre più volgari da parte di chi dovrebbe governare il Paese; un Paese che accumula tragedie, prima fra tutte quella di una generazione che non ha futuro.

Sono tante le osservazioni del Governatore della Regione Puglia, prima fra tutte la politica antimeridionalista del governo nazionale, a fronte di un sud visto come un peso gli aspetti più critici sono l’emigrazione dei migliori talenti che sono formati nella nostre regione e le percentuali esorbitanti di “turismo sanitario”.

L’ambiente è un’altra tematica molto sentita: il futuro del mare, “cimitero delle vittime della cattiva globalizzazione”, il nucleare, la sacralità dell’acqua, le emissioni nocive e le proposte eco-sostenibili.
Critica fortemente il modello dissipativo della vita che viene proposto oggi come quello delle identità etnico-territoriali che necessita di essere superato invocando il “meticciato della Magna Grecia” simbolo della civiltà mediterranea, e ancora il mondo della rendita finanziaria e della cementificazione selvaggia.

Ancora la difesa della scuola pubblica contro l’epifania dell’ombelico proposta dal grande fratello, la politica come scoperta ricordando la figura del “Che”; una riflessione sulle donne, i disabili e l’idea di una bellezza che non dovrebbe essere solo per i normodotati o i giovani, “occorre fare come Enea e caricarsi sulle spalle il vecchio Anchise in giro per il mondo”.

Infine l’appello al confine delle città e alla cura del centro storico, carta d’identità di un comune, e il consiglio a Guastella “Tu devi dire a Ragusa, come nella canzone di Battiato: sei un essere speciale ed io avrò cura di te.”

Nonostante l’affollamento della gente accanto all’Onorevole Vendola una volta sceso dal palco riusciamo comunque a strappargli tre brevi domande un attimo prima di salire nell’auto.

 

La nostra generazione, la generazione degli anni zero, che eredità si appresta a ricevere e quali sono le sue opportunità?

 

La vostra è un’eredità difficile da definire perché è una situazione che non si è mai verificata nella politica italiana e di fronte alla quale bisogna reagire, è l’eredità di una condizione esistenziale insostenibile, un vero e proprio dramma antropologico a tutti gli effetti.

 

E quindi le nostre opportunità?

 

L’unica opportunità che avete è ribellarvi, soltanto cambiando le cose è possibile recuperare una dignità. Ribellatevi! Perché l’unica alternativa è il declino dell’Italia.

 

Com’è possibile raggiungere il bene comune espressione di una vera volontà generale, è necessariamente una questione di comprensione oppure anche di sentimento?

 

 

Il bene comune ha bisogno sia di razionalità che di passione, sono imprescindibili; ma il passo fondamentale per avviarsi nella giusta direzione è quello di recuperarne il significato più profondo e più vero, un significato al quale purtroppo il berlusconismo ha alterato i connotati fino a farlo coincidere con l’interesse privato.

GenerazioneZero è un web magazine co-finanziato dall’UE, cosa ne pensa del giornalismo on-line?

 

Così come per il giornalismo in generale, penso che stia attraversando un momento di crisi perché il problema principale è che i giornalisti sono diventati ricattabili a causa di un certo modo clientelare di fare politica.

Ecco, bisogna non essere ricattabili e corruttibili! Per il resto qualsiasi progetto è sempre una buona iniziativa degna di rispetto.

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