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Intervista ad Elena Di Cioccio

Di Massimo Occhipinti

Intervista a Elena Di Cioccio- venerdì 27 maggio 2011-05-29

 

Ultimo giorno disponibile prima del silenzio elettorale, venerdì 27 maggio, siamo stati invitati alla chiusura della campagna elettorale in favore del candidato sindaco Sergio Guastella, presentata dalla iena Elena Di Cioccio.

Sulla scia del successo della nostra intervista tripla ispirata proprio allo stile de “Le Iene” abbiamo pensato di intrattenere una breve conversazione con la  presentatrice di questa serata.

 

Conosciamo lo stile delle Iene al quale ci siamo ispirati per l’intervista ai candidati, ma cosa ci dici del “dietro le quinte”, qual è il lavoro che c’è dietro?

 

Allora l’intento è quello di raccontare delle storie provandole, con una grande onestà intellettuale, con poca faziosità, cercando di essere il più equilibrati possibile.

Nel caso dell’intervista come l’avete fatta voi, per avere cinque minuti di intervista devi fare centoventi domande, per tirar fuori le cose nel modo più naturale possibile spesso ci mettiamo anche un’ora e mezza.

 

… E in generale, il lavoro di preparazione per altri tipi di servizi?

 

Guarda le Iene sono delle squadre diverse tra loro, dipende dal tipo di servizio; ci sono anche squadre da due, una iena e un autore, noi facciamo tutto da soli, esattamente come voi; ci sono degli autori molto bravi ma la maggior parte di noi è abbastanza autogestita; quindi  fai tutto: scrivi pezzi, monti, giri, fai ogni cosa… anche prenotarti il volo aereo.

 

 

Quali sono state le tue esperienze prima di arrivare a “Le Iene”?

 

La mia formazione è fondamentalmente da attrice, perché faccio questo di professione.

Io canto, ballo, recito… è un programma che mi permette di fare tutto, e di integrare anche quelli che sono i miei “credo”: io mi occupo tanto della figura femminile e del modo in cui le donne vengono interpretate e rappresentate, e mi piace anche esprimere quella che è la nostra voce, il nostro modo di pensare che non è quello di essere “bamboline”.

 

Cosa ne pensi del giornalismo on-line?

 

Noi ci nutriamo di giornalismo on-line.

Ma è ancora un po’ complicato, nel senso che è difficile trovare dei corretti, dotati di integrità professionale e distinguere chi scrive bene e chi non scrive bene davanti a un milione di blog, di minchiate, di quelli che copiano e incollano.

Credo che sia una risorsa necessaria da incrementare e da sostenere.

Come dice la canzone di Battisti “uno scoglio non può arginare il mare”, nel momento in cui il mare diventa una rete accessibile, quattro leggi in croce non possono fermare ciò che le persone vogliono comunicare.

Se tu hai una cosa da dire, ed è bella e intelligente, è giusto che tu la possa dire; non devi passare per forza attraverso gli organismi che ti dicono se tu sei sufficientemente bravo oppure no, sarà la gente a giudicarti.

Qual è lo stato della libera informazione in Italia?

 

Non è tanto quanto c’è o non c’è libertà di stampa, è quanto la gente è in grado di discernere tra le offerte proposte; perché se io ti racconto una verità e un altro ti racconta l’esatto contrario è difficile capire.

Non ci sono gli strumenti per cui la gente possa crescere culturalmente.

 

Quindi hai qualche proposta?

 

La mia proposta? Ragazzi studiate e viaggiate, viaggiate e studiate! Condividere in famiglia la biblioteca, le letture, scambiarsi le opinioni sulle stesse cose, sullo stesso libro per esempio, con tuo nonno, tua sorella, tuo padre, il tuo panettiere; e soprattutto basta con i giudizi, servono delle riflessioni.

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