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“Il Comune di Ragusa fa acqua da tutte le parti”

Di Vincenzo Guastella

“Il Comune di Ragusa fa acqua da tutte le parti”

Queste le parole di Antonio Duchi, presidente di Legambiente Ragusa, che ha risposto alle nostre domande sul problema “Acqua” nel territorio ibleo. “Sono a tratti ancora rilevabili segni di alterazione riconducibili all’inquinamento di sorgenti dalle quali si approvvigionava il Comune di Ragusa, avutosi lo scorso anno. Questo – continua Duchi – è quanto emerso nel seminario sulla gestione partecipata delle acque, tenutosi recentemente a Ragusa nell’ambito del progetto europeo intermediterraneo “Water In Core””. L’iniziativa in esame prevede il raggiungimento degli obiettivi prefissati alla Conferenza di Rio del 1992, tra cui l’applicazione dell’allora stilata Agenda 21, un programma di pianificazione completo delle azioni da intraprendere, su scala globale, nazionale e locale, in ogni area in cui la presenza umana ha impatti sull’ambiente, con il conseguente coinvolgimento di tutti i portatori di interesse che operano su un determinato territorio. Nel particolare “Water In Core” si occupa di identificare tanto pratiche e politiche di gestione dell’acqua quanto l’applicazione dei punti dell’Agenda nelle regioni aderenti al programma. Tale prospetto è stato accolto come pilota dalla Provincia di Lucca, da Cipro, da una provincia spagnola e una greca e dalla Provincia di Ragusa, operando sul bacino del fiume Irminio.

I fini del progetto riguardano:

  • l’instaurazione di un rapporto attivo tra la cittadinanza e le istituzioni locali mediante la creazione di “forum decisionali”, atti a informare e coinvolgere la collettività;
  • la redazione di un resoconto periodico sullo stato fisico ambientale;
  • la garanzia della massima trasparenza da parte degli enti preposti.

A questo pro Duchi interviene sulla situazione ragusana: “E’ infatti evidente che in questi anni poco o nulla è stato fatto per controllare, tutelare ed eventualmente riqualificare le aree di salvaguardia di tali sorgenti, visto che l’inquinamento è avvenuto. Tale alterazione – uno dei più gravi danni ambientali avutosi nel territorio ragusano negli ultimi anni – lascia ancora tracce dopo circa 6 mesi ed evidenzia l’assoluta negligenza ed incompetenza di chi dovrebbe gestire al meglio questa preziosissima risorsa”. Il presidente sottolinea inoltre come nelle provincie greca e spagnola si sia data grande rilevanza all’attuazione immediata dell’iniziativa, tramite attività scolastiche e telematiche, che hanno portato in tempi brevi ad alcuni risultati significativi.

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“Dopo aver rischiato di perdere acqua di serie A, i ragusani rischiano di bere acqua di serie B ” rincara la dose il nostro interlocutore, in vista del Referendum per decidere il destino della nostra acqua. La posizione di Legambiente è, palesemente, a favore della rettifica del “decreto Ronchi”(che prevede la privatizzazione dell’acqua) e della pubblica gestione delle risorse idriche. Alla luce dell’incompetenza e indifferenza manifestata tanto dall’ente pubblico, quanto dalla disinformata popolazione, può risultare positiva una gestione privata dell’acqua? O è solo l’ennesima modifica con la quale, o senza la quale, si rimane tali e quali? Yoho! Beviamoci su!

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