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Italia vs Germania- Ragusa vs Heidelberg

Di Attilio Occhipinti

Quando circa tre mesi fa mi recai a Heidelberg, in Germania, sapevo che avrei trovato un paese poco simile all’Italia. Molto spesso, dalle nostre parti, si suole utilizzare questo Paese come termine di paragone in merito a questioni legate alla politica, alla burocrazia, alle strutture e, forse, alla vita in generale. “In Germania le cose funzionano meglio”, si dice, un’espressione con la quale si tenta di cogliere quanto di buono c’è in Germania e quanto di peggio c’è in Italia. Ma a conti fatti quali sono le differenze tra questi due paesi? E, soprattutto, come siamo visti noi italiani dai tedeschi?

Appena arrivato a Heidelberg mi colpì subito un elemento in particolare: la tranquillità. L’ordine in cui era tutto ben disposto, le auto parcheggiate con garbo, la serenità e la quiete di una città che, comunque, conta circa 150.000 abitanti. Il mozzicone di sigaretta che, lo ammetto, sono solito buttare per terra divenne per me motivo di “imbarazzo”. Lo lascio andare o non lo lascio andare. Problema risolto, dato i posacenere posti appena sopra i secchi per l’immondizia lungo le strade, circa uno ogni cinque metri. Ma la pulizia e l’ordine per le strade è solo l’inizio. All’interno di ogni supermercato vi sono dei macchinari per la raccolta differenziata di plastica e vetro che funzionano nel seguente modo: le bottiglie di plastica o di vetro (intatte e con codice a barre) devono essere inserite una dopo l’altra in un buco e alla fine, questo distributore al contrario, rilascia uno scontrino con sopra scritto il totale, in euro ovviamente, che si ritira alla cassa a spesa conclusa. Esatto! Pagano per il riciclaggio. Per la plastica 0,25 € a bottiglia e per il vetro 0,18 € a bottiglia. Naturalmente anche all’interno di ogni casa la raccolta differenziata dei rifiuti è rispettata e non c’è il rischio che i netturbini vanifichino il tutto mettendo insieme, dopo la raccolta, vetro, plastica e rifiuti organici.

Accendendo la televisione, pur non capendo niente di tedesco, ho potuto osservare come i telegiornali durino poco, circa quindici minuti, poiché privi di gossip o scandali dei quali, credo, nessuna nazione abbia bisogno. Invece dei talk show da quattro soldi in fascia pomeridiana, vengono trasmessi molti documentari e programmi di approfondimento culturale e storico. Una televisione “pulita” insomma che rende un servizio veramente utile a chi la guarda.

Sono rimasto a Heidelberg un mese circa e, parola mia, non ho sentito suonare un clacson, non ho visto macchine parcheggiate in divieto di sosta o guidatori o irresponsabili che non rispettassero i segnali stradali e soprattutto i pedoni. Una città pulita, calma, rispettata dai suoi cittadini. Il rigore è alla base della vita tedesca e lo si può riscontrare in diversi ambiti, come per esempio nei servizi, nelle scuole, nella sanità dove la cassa mutua non ha gli stessi lunghi, lunghissimi tempi della nostra. Un’amministrazione vicina al cittadino, uno stato sociale alla base dell’accoglienza dei “nuovi cittadini”, se si pensa alle politiche rivolte agli immigrati.

Al di là comunque delle differenze che si possono cogliere vi è una questione ben più interessante da analizzare, che corrisponde alla seconda domanda posta sopra. Una sera a cena mi ritrovai a parlare con dei signori della situazione politica legata ai due Paesi. La curiosità di conoscere l’opinione di un tedesco riguardo alla nostra classe politica, a chi ci governa e a chi fa opposizione. Un signore che più di tutti si distinse per le sue affermazioni, mi disse che qualche anno fa’, quando iniziò la disastrosa stagione politica che tuttora ci troviamo ad affrontare, noi italiani suscitavamo loro un sentimento di rabbia, quasi di biasimo. “Come è possibile che certa gente governi?!”, disse e aggiunse “Come è possibile che il popolo non faccia niente?”. Ora invece, noi italiani, l’unico sentimento che riusciamo far suscitare loro è la pena. “Adesso vediamo il vostro Paese in balìa di certe figure politiche che vi tengono in pugno e voi siete disarmati e addirittura sconfitti”. Un popolo passivo, quindi. Un popolo che subisce, che non reagisce di fronte alla incompetenza della nostra classe politica e un’opposizione che non contrasta per niente.

In grandi linee mi auguro di aver delineato in modo più o meno esaustivo quelle che sono non solo le differenze tra due Paesi molto diversi seppur poco distanti geograficamente, ma anche le opinioni che un tedesco medio ha della cosa pubblica italiana.

L’amarezza è grande. Non tanto per un motivo legato alla nostra reputazione, ma più che altro per la conclusione triste alla quale si giunge dopo un confronto di questo tipo. Solo dopo i confronti ci si rende conto di quel che non funziona o delle tante cose da sistemare e da cambiare.

La reazione e l’impegno sono necessari.

2 Comments

  1. Armando Armando 23/06/2011

    Salve a tutti ,caro Attilio Occhipinti condivido in pieno li è veramente così!!!

  2. attilio attilio 23/07/2011

    Il bello è che a breve sarò di nuovo lì!!
    Aggiornerò la lista delle differenze!!

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