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Il degrado a Bruscé

Foto discarica BruscéDi Giulio Pitroso

Domenica 10 Aprile, Ragusa. Tira un vento forte su Bruscé. Un vento fastidioso, che scompiglia i capelli, che colpisce senza tregua i sacchetti di plastica. E’ un quartiere bene, uno di quelli ancora incastonati nella campagna, dove un tempo si costruivano case da villeggiatura. Qua e là le vecchie ciuse, gli scomparti territoriali tipici del ragusano, ancora inviolati, la terra e il verde restano, nonostante la recente e fagocitante espansione della città.
Una delle vie principali di questo quartiere, una di quelle costellate da belle case, serba un’amara sorpresa. Non se lo aspetterebbe nessuno. Ma è là, quel cumulo di schifezze. Giacciono indisturbati i relitti del consumismo. Sono plastica, sono ferro, sono legno.
I sacchetti di plastica, che sono rimasti impigliati ad una rete, oscillano tristemente. Dall’altra parte della strada, vicino al cassonetto, una moltitudine di materiali. Dalle cassette per la frutta ai bidoni di plastica, passando per i tubi, la mobilia e i cartoni. Un elenco dettagliato richiederebbe troppo tempo. E sarebbe comunque un inutile epitaffio della decenza.

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