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Carlo Chessari, candidato al Consiglio Comunale a Ragusa

Di Giulio Pitroso

Qual è la storia di Carlo Chessari?

Sono uno studente di 21 anni, dopo la Maturità Classica ho scelto la Facoltà di Medicina e Chirurgia che tutt’ora frequento. Alterno la vita catanese a quella ragusana, sono profondamente legato alla mia città di origine al punto che spero, un giorno, di poter esercitare la mia professione qui, dove c’è veramente bisogno di professionisti e persone serie.

 

Perché Carlo Chessari ha deciso di candidarsi e ha scelto l’IdV?

Ho deciso di candidarmi per lanciare un messaggio: a Ragusa esiste un’alternativa all’attuale amministrazione. Un’alternativa impegnata, volenterosa, carica di idee e di entusiasmo. Siamo numerosi, indignati e poco ascoltati. Non abbiamo l’abitudine di abbassarci a certi livelli tirando la giacca al politico di turno: vogliamo una politica partecipata, trasparente e che non abbia bisogno dell’appoggio di nessuno, se non di noi stessi. L’Italia dei Valori, in particolare la sezione di Ragusa, condivide queste idee: è un partito in cui non esistono capi e subordinati, ma dove chiunque può mettere a disposizione le proprie proposte, il proprio impegno e le proprie capacità. Per questi motivi l’ho scelto.

Cosa bisognerebbe cambiare di Ragusa?

I metodi dell’Amministrazione attuale, in particolare  il favoreggiamento di imprese edili “amiche” che cementificano barbaramente, il populismo a cui ricorre sistematicamente il Sindaco Dipasquale, l’inesistente spazio riservato agli eventi culturali. Abbiamo un’Amministrazione inadeguata con in testa un Sindaco che propone la nostra Provincia come possibile sede di una centrale nucleare (dichiarazione depositata agli atti del Comune di Ragusa), dimenticandosi dei rischi a cui si andrebbe incontro. L’Amministrazione ha svenduto ai costruttori la nostra città e dei danni causati sarà la mia generazione a pagarne le conseguenza.

 

Chi sono i Ragusani?

Noi Ragusani abbiamo un grandissimo potenziale che non riusciamo ad esprimere nella nostra città. Conosciamo tutti gli esempi di nostri conterranei che per mettere a frutto le proprie capacità sono stati costretti a lasciare Ragusa. Coloro che invece hanno scelto di rimanere devono lottare ogni giorno per ritagliarsi uno spazio nella comunità. Dobbiamo ripartire dalle eccellenze, cercando quanto più possibile di trattenerle e di metterle in condizione di esprimersi e di guidare la società illuminandola con progetti di crescita concreti.

 

I giovani di Ragusa come rispondono all’idea di cambiamenti?

I giovani per definizione rispondono positivamente all’idea di cambiamenti. Siamo alla fine di un periodo storico caratterizzato dalla sfiducia verso la politica e stiamo preparando la riscossa della società civile. A Ragusa purtroppo questa voglia di cambiamento non riesce ad avere un volto: le associazioni, i luoghi di incontro dove i ragazzi possono confrontarsi, progettare e crescere sono pochi, malvisti e criticati. La politica si ricorda di noi giovani solo durante la campagna elettorale e le Amministrazioni finora hanno fatto davvero poco per noi. Io e tutti i ragazzi dei Giovani dell’Italia dei Valori siamo a disposizione di chiunque voglia portare il proprio contributo per costruire un’alternativa a questa condizione, ci piacerebbe davvero creare una nuova Primavera Ragusana.

Cosa si può fare per l’amianto?

L’amianto non è un argomento di campagna elettorale, ma un grave problema del nostro Paese e in particolare della nostra zona. Per l’amianto si sarebbe dovuto agire molto prima, effettuando controlli e sopralluoghi per sgomberare le tante discariche di eternit a cielo aperto disseminate sul nostro territorio. Conosco bene il problema: si stima che l’amianto in questi ultimi anni abbia causato 4000 morti all’anno in Italia e, dal momento che alcune patologie connesse all’inalazione di polveri di asbesto hanno un periodo di latenza che può oltrepassare i 20 anni, ci sarà un elevato tasso di mortalità nel periodo 2015-2020. L’eternit è ancora molto presente nelle nostre zone e lo smaltimento è un processo delicato e pericoloso, i responsabili delle discariche aperte sono niente meno che criminali e come tali dovrebbero essere processati. Sensibilizzare i cittadini sul problema, invitare tutti a procedere alla rimozione e allo smaltimento sostenendone i costi e punire severamente chi ha infranto la legge sono semplici provvedimenti che sarebbero dovuti esser presi già molto tempo fa.

Cosa si può fare per la cultura?

Davvero tanto. A Ragusa gli eventi culturali sono pochi, scarsamente pubblicizzati e rivolti ad un pubblico di nicchia. Sono convinto che gli investimenti in questo settore riescano a rendere molto. Ragusa Ibla è il punto di partenza ideale per una vera e propria rivoluzione: Università, eventi culturali e turismo di qualità porterebbero risorse economiche ed intellettuali che permetterebbero alla città di crescere davvero. L’assenza di un vero teatro è una gravissima mancanza che deve essere al più presto risolta, dotando la città di un servizio di qualità. L’Università è un indiscusso veicolo di crescita, per questo dobbiamo lottare contro i tagli e contro la chiusura delle sedi di Ragusa. Le Chiese ed i Palazzi, Patrimonio dell’Umanità, sono poco valorizzate e spesso tenute chiuse.

Cosa ne pensa Carlo Chessari del fatto che Ragusa sia grande di nuovo?

Io penso che Ragusa sia troppo grande: mi riferisco al Piano Paesistico completamente inappropriato dell’Amministrazione Dipasquale, che ha visto le opposizioni di partiti, associazioni ambientaliste e semplici cittadini interessati alla tutela del loro territorio. Si tratta di almeno due milioni di metri quadrati edificati ed è palese che questi provvedimenti abbiano favorito unicamente i soliti amici, dal momento che Ragusa offre alloggi per una popolazione pari almeno al doppio degli effettivi abitanti. Questa è la grande Ragusa a cui allude il Sindaco, una Ragusa di cemento. Io propongo invece una Ragusa a misura d’uomo: accogliente, pulita, gestita con trasparenza ed ecosostenibile. È opportuno a questo proposito incentivare chi installa sui propri tetti impianti fotovoltaici senza deturpare l’ambiente e chi effettua la raccolta differenziata, affidando altresì la gestione dei rifiuti ad aziende competenti e che si impegnino a far scomparire le tante discariche che stanno avvelenando le nostre campagne.

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