L’organizzazione Global Initiative Against Transnational Organized Crime ha dato il via ad una campagna di denuncia e commemorazione sugli omicidi che avvengono a danno di giornalisti, attivisti e politici nei paesi di tutto il mondo.
Il frutto di questa iniziativa è il libro “Faces of Assassinations: Bearing witness to the victims of organized crime”. Il testo raccoglie 50 profili di persone assassinate da gruppi criminali in 40 paesi e narra le storie di giornalisti e attivisti che battendosi per la verità e per la giustizia hanno finito per pagare il prezzo delle loro azioni con la propria stessa vita. I protagonisti di questo libro sono stati i punti di riferimento di quelle persone che non credevano nella falsa familiarità della criminalità, chiedendo un cambiamento per la società.
Alla pubblicazione del libro, Mark Shaw, Direttore del Global Initiative, ha affermato: “Chiediamo alla comunità internazionale di considerare il crimine organizzato come una forza che si oppone all’integrità, alla tenacia e ai principi di coloro che si sono battuti contro l’ingiustizia e la corruzione pagandone il prezzo più caro”. Le storie e le testimonianze dei famigliari delle vittime raccolte nel libro fanno parte di un più grande database in continuo aggiornamento che ha l’obiettivo di monitorare e denunciare l’escalation di violenza dei fenomeni criminali nel mondo. Secondo quelli della Global Initiative gli attivisti per l’ambiente assassinati dal 2002 al 2017 sono circa 1558.
Tra le tante storie emerge quella di Daphne Caruana Galizia, giornalista maltese, i cui articoli si concentravano sui flussi economici illegali e corruttivi che approdavano nell’Isola. Attraverso le sue indagini era riuscita a far luce sulla Malta culla del riciclaggio e scorciatoia per il denaro illecito che giungeva in Europa. Prima di morire stava lavorando alla stesura di un libro “Dì la verità anche se la tua voce trema”, pubblicato da Bompiani l’11 ottobre del 2019, in cui spiegava le inchieste, le ricerche e i suoi lavori sulla corruzione della classe politica maltese. Daphne Caruana Galizia fu una delle poche giornaliste che non ha avuto paura di firmare gli articoli, è prassi tra i giornalisti maltesi tendevano a nascondere il proprio nome per evitare ritorsioni. L’atto di coraggio della Galizia la rese un bersaglio facile per le organizzazioni criminali e per la classe politica che ha cercato sempre di denigrarla, screditando il suo lavoro. Il 16 ottobre del 2017 venne uccisa in pieno stile mafioso, con un’autobomba sotto casa sua.
Il libro racconta anche la storia di Federico del Prete, rappresentante provinciale e presidente nazionale del Sindacato Nazionale Autonomo Ambulanti che si batteva contro il pagamento del pizzo, in particolare del Prete aveva denunciato il racket della Camorra sui mercati delle provincie di Napoli e Caserta. È stato ucciso un giorno prima del processo in cui sarebbe dovuto andare a testimoniare contro un vigile urbano di Mondragone, che ha segnalato alla squadra mobile di Caserta. I colpi di pistola lo raggiunsero il 18 febbraio del 2002 nel suo ufficio a Casal di Principe, dal killer del clan dei casalesi, Antonio Corvino. Lasciò sette figli.
È citata anche la storia del giovane giornalista investigativo Ján Kuciak, che stava lavorando su un possibile legame tra il governo slovacco e la ‘ndrangheta, e su alcune frodi fiscali. Venne ucciso il 21 febbraio del 2018 insieme alla fidanzata dal sicario Miroslav Marcek, un ex militare oligarca.
Questa iniziativa ha permesso di commemorare tutte quelle persone la cui vita è stata stroncata troppo presto e ha permesso di dar ancora una voce e un ricordo eterno a chi ha messo in gioco sé stesso per un bene più grande: il disvelamento dei fenomeni criminali.
Hala Fuad
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