Il retore latino Quintiliano credeva profondamente nel legame inscindibile tra i cambiamenti sociali, politici ed economici e il ruolo ricoperto dalle scuole e dalla didattica, fotografando ante temporis i nostri giorni, in cui la parola d’ordine è appunto “cambiamento”. La didattica a distanza costituisce indubbiamente una sfida per gli studenti di tutta Italia, catapultati improvvisamente in uno spazio virtuale e molto diverso dalle classiche e confortevoli mura scolastiche.
Non bisogna tuttavia dimenticare che l’insegnamento è, per sua stessa natura, una forma di dialogo, e che come tale oscilla costantemente tra i due protagonisti del discorso, ovvero studenti e docenti. Come hanno vissuto gli insegnanti questa nuova esperienza? Per rispondere a questa domanda abbiamo intervistato il professore Giovanni Calantropio, docente di matematica all’istituto alberghiero di Rosolini, e il professore Sebastiano Molè, docente di strumento musicale all’Istituto Crispi di Ragusa.
Siamo giunti alla conclusione dell’anno scolastico ed è arrivato il momento di fare un bilancio. Come ha vissuto questi mesi di “didattica a distanza”? Quali sono state le principali difficoltà?
Prof. Molè: Nel complesso ho mantenuto gli stessi orari e ritmi, e i miei alunni si sono dimostrati seri, puntuali e responsabili. Insegnare musica a distanza però è molto difficile, dal momento che attraverso il computer i suoni e i segnali arrivano in ritardo, e spesso in modo discontinuo a causa dei problemi di connessione. Da questo punto di vista la lezione in presenza è di gran lunga l’opzione migliore.
Prof. Calantropio: L’esperienza è stata in gran parte positiva. Ho cercato di reperire il miglior materiale possibile e di sottoporlo agli allievi, che dopo averlo visionato mi hanno comunicato eventuali difficoltà, proprio come avviene in classe. Ovviamente diventa tutto più complesso, ma la didattica distanza ha comunque una sua valenza. Il problema principale si presenta nel momento della verifica, perché senza una supervisione diretta è difficile capire se lo studente ha ricevuto un “aiuto da casa”.
È stato pubblicato il documento del comitato tecnico scientifico con il quale si danno indicazioni al Ministero sul rientro a scuola a settembre. Che cosa ne pensa del documento? Ritornare sui banchi di scuola è la scelta giusta?
Prof. Molè: Se ci sono i presupposti per farlo bisogna tornare a scuola, optando anche per soluzioni come il distanziamento o i doppi turni. Sono sicuramente contrario a continuare così, per via dello stress a cui siamo tutti sottoposti.
Prof. Calantropio: Ritornare sui banchi di scuola in sicurezza è la cosa migliore. Ciò che non è molto chiaro è la presunta divisione in due gruppi, tra alunni che seguono in presenza e altri a distanza, perché in questo caso il docente dovrebbe svolgere un doppio lavoro.
La Ministra Azzolina è stata al centro di diverse critiche durante la gestione dell’emergenza. Qual è la sua opinione?
Prof. Molè: È stata piuttosto incoerente. Ha dato indicazioni diverse e spiazzanti, tenendoci sulle spine fino all’ultimo momento, specialmente sul tema “bocciatura”. Inoltre è stata evidente la mancanza di supporti, nonostante il tentativo della scuola di aiutare gli alunni cercando di fornire computer e connessioni.
Prof. Calantropio: L’emergenza è stata gestita bene, ma sicuramente non bisognava assicurare la promozione sin dal principio. Piuttosto sarebbe stato necessario far capire agli alunni che avrebbero avuto aiuti e supporto, ma senza mettere discussione l’impegno da loro richiesto
Uno dei temi più caldi, sollevato dalla didattica a distanza, è stata la difficoltà per molti ragazzi e ragazze di connettersi a causa di una rete malfunzionante o comunque non idonea…
Prof. Molè: Molti studenti hanno dovuto utilizzare il telefono perché non avevano altri mezzi o dovevano condividerli con altri familiari. Molti non avevano la linea o l’abbonamento a internet. Il fatto che l’accesso a internet non sia alla portata di tutti è qualcosa di sorprendente, che non è stato tenuto in considerazione.
Prof. Calantropio: Per una didattica a distanza di successo tutti dovrebbero essere dotati di tecnologie, ma nella realtà non è così. La scuola è intervenuta per quanto possibile, ma se in futuro si vuole proseguire in questo modo bisogna fare di più, ovvero fornire una rete internet adeguata e anche aiuti economici agli studenti per l’acquisto di computer e telefoni con cui potersi connettere.
Quanto è importante, nella costruzione del rapporto insegnante-studente, confrontarsi con gli alunni all’interno di una classe?
Prof. Molè: Credo che questa sia indubbiamente una componente ineliminabile della formazione scolastica
Prof. Calantropio: È sicuramente un aspetto fondamentale. Nel complesso però, l’esperienza è stata positiva e costruttiva per gli studenti, che hanno imparato a dimostrare tutto il loro impegno e la loro responsabilità.
Martina Vinci
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