La prima metà di questo 2018 ha lasciato diverse ombre su quello che costituisce un giro di affari milionario per organizzazioni mafiose e criminali, che in tutta la Sicilia hanno messo le mani in diversi luoghi di servizi di raccolta dei rifiuti. Stando alle stime di Legambiente nel rapporto “Ecomafia 2018”, la Sicilia occupa la parte alta della triste classifica sull’illegalità del ciclo dei rifiuti, dove sono state accertate 512 infrazioni, con picchi nella provincia di Palermo. La natura di questi crimini è generalmente economica, con il coinvolgimento di imprenditori e uomini d’affari, ma molto spesso le mafie tessono le loro trame in questo business. Secondo il rapporto Ecomafia, infatti, il 2018 è l’anno con il numero record di comuni sciolti in Italia per mafia, ben 16, mentre ammonta a 44 il numero dei comuni negli anni recenti che sono stati commissariati dopo il loro scioglimento.
La triste deriva dei servizi di raccolta dei rifiuti: il quadro in Sicilia
A rendere conto del quadro generale in Sicilia suscitano interesse le vicende accadute nel comune di San Cataldo, in provincia di Caltanissetta. Con l’operazione “Pandora” sono state emesse misure cautelari per esponenti del clan di San Cataldo, funzionari comunali e imprenditori locali. I provvedimenti emessi dal Gip del Tribunale di Caltanissetta, su richiesta della Dda Nissena, sono stati mossi in conformità ad accuse di associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione, turbativa d’asta, corruzione e altri reati contro la Pubblica Amministrazione. L’indagine ha contribuito a smascherare quello che era un vero e proprio appalto truccato per la raccolta dei rifiuti, attraverso la collaborazione di funzionari comunali, e che ha permesso l’assegnazione dell’appalto alla società “Multiecoplast” facente capo alla ditta “Ecolgest”. Nei mesi precedenti una maxi inchiesta, denominata “Gorgoni”, aveva fatto luce nei comuni di Aci Catena, Misterbianco e Trecastagni, dove all’amministratore della E.F. Servizi Ecologici Srl, Vincenzo Guglielmino, accusato di aver fatto parte del clan Cappello, sono stati riconosciuti diversi capi di imputazione tra cui l’associazione mafiosa. Queste inchieste hanno poi portato nel maggio scorso allo scioglimento del comune di Trecastagni per mafia, dove due dipendenti comunali erano stati accusati di aver favorito la E.F. Servizi Ecologici Srl nell’aggiudicazione dell’appalto per il servizio dei rifiuti.
Scicli: un Comune sciolto per cosa?
Nel 2014 l’inchiesta “eco” si eraconclusa con l’interdittiva antimafia da parte della prefettura di Ragusa, che avevaportato a diversi arresti e alla conclusione dei rapporti tra la Eco Seib, società a cui era affidato il servizio di raccolta dei rifiuti, e il comune di Scicli.
Nel successivo maggio del 2015 è stato poi disposto lo scioglimento per mafia del comune di Scicli, da parte del Consiglio dei Ministri, poiché le anomalie riscontrate nel sistema della gestione dei rifiuti, facevano presupporre la possibilità che il Comune fosse soggetto ad infiltrazioni mafiose.
I recenti sviluppi nel settembre del 2017 hanno però contribuito a complicare notevolmente lo scenario: con la rinuncia da parte della Procura Generale alla prosecuzione dell’azione nei confronti dell’ex sindaco Franco Susino, presso la Corte di appello di Catania. Ciò ha determinato pertanto l’assoluzione di Susino e una situazione alquanto paradossale, in quanto quest’ultimo sviluppo è incoerente con il precedente scioglimento per mafia del Comune. L’elemento più paradossale è il mancato riconoscimento ai Mormina dell’associazione mafiosa: ciò ha gettato caos sui provvedimenti intrapresi nel 2015 da parte delle istituzioni nei confronti del comune di Scicli.
Vittoria: l’interdittiva antimafia e non solo
Nel comune di Vittoria, un’altra massa ingarbugliata di misteri ha avvolto l’amministrazione comunale e i servizi ecologici di raccolta rifiuti. Infatti, l’interdittiva antimafia che ha colpito l’E.F. Servizi Ecologici Srl nel luglio 2017 e ha poi portato alla maxinchiesta Gorgoni, ha generato trambusto nei confronti dell’operato dell’amministrazione di Moscato.
Il sindaco ha però subito gettato acqua sulfuoco , dichiarando immediatamente dopo il sopraggiungimento dell’interdittiva di aver a buon ragione richiesto chiarimenti alle Prefetture di Ragusa e Catania, con una richiesta datata al 27 giugno 2017 a cui è seguita l’interdittiva antimafia, e sottolineando l’impegno quotidiano dell’amministrazione di Vittoria contro le infiltrazioni mafiose. Conseguentemente il prefetto di Catania ha disposto il commissariamento della E.F. Servizi Ecologici Srl, con la nomina del Dott. Giovanni Macrì. Il Prefetto ha però stabilito la durata della nomina fino alla precedente scadenza semestrale del 21 novembre 2017, termine entro cui il Comune avrebbe dovuto espletare la gara d’appalto per l’aggiudicazione del servizio secondo i criteri concorrenziali. Gli ultimi sviluppi hanno visto nella seconda metà di dicembre del 2017 la nomina della Tech Servizi di Floridia, che si è aggiudicata l’appalto per la raccolta dei rifiuti urbani.
Nel marzo di quest’anno è riemersa ancora una volta qualche ombra per via dell’ispezione da parte della Direzione Investigativa Antimafia nella sede legale della Tech Servizi. Questi controlli sono avvenuti per verificare la legittimità delle procedure di aggiudicazione degli appalti nei Comuni di Vittoria e Lentini, Comuni nei quali opera la Tech Servizi, su richiesta non dell’autorità giudiziaria, ma bensì delle due prefetture. A destare maggior preoccupazione è però nello specifico la procedura di aggiudicazione dell’appalto dei servizi ecologici a Lentini, dove non è stato espletato un appalto pluriennale, ma bensì una semplice manifestazione d’interesse con delle successive proroghe semestrali, nella quale, soltanto la Tech Servizi è riuscita a presentare la documentazione completa.
A materializzare lo spettro dell’infiltrazione mafiosa è però un’inchiesta del novembre scorso da parte della procura di Catania che ha evidenziato, secondo gli inquirenti, il tentativo di avvicinamento da parte del Clan Nardo, che opera nel lentinese, ai dirigenti della Tech Servizi. L’inchiesta fino adesso pare non abbia restituito nulla di concreto, né è opportuno fare supposizioni su un eventuale coinvolgimento criminale anche nel servizio di raccolta rifiuti a Vittoria, ma pare certo che in un settore così redditizio come quello dei servizi ecologici non si possa minimizzare sul pericolo che le amministrazioni comunali corrono da parte dei tentativi di infiltrazione mafiosa.
Giovanni Massari
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