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Mille colori per la cittadinanza

È una domenica di fine settembre e piazza dell’Esquilino, a Roma, è ancora assolata, gremita di turisti come in alta stagione. Le morbide forme dell’abside della meravigliosa Basilica di Santa Maria Maggiore gettano una lieve ombra sugli scalini retrostanti la chiesa, ma poco serve ad alleviare la calura.manifestazione cittadinanza Roma

Al centro della piazza sventola alta una grande bandiera delle Filippine, mentre altre bandiere dell’Ecuador, della Bolivia e del Perù sono attaccate alle ringhiere che circondano la scalinata della basilica insieme a degli striscioni. Per questa mattina, infatti, le associazioni degli stranieri hanno organizzato una manifestazione per testimoniare il proprio appoggio alla riforma della legge sulla cittadinanza, in discussione al Parlamento.

La riforma prevedrebbe delle modifiche riguardanti solo i minori e dovrebbe servire a sveltire l’iter burocratico per l’acquisizione della cittadinanza. In particolare nella nuova legge sarebbe previsto uno ius soli cosiddetto “temperato”, nel senso che potrà acquisire la cittadinanza il bambino figlio di genitori che posseggano già o abbiano fatto richiesta prima della nascita del figlio del cosiddetto permesso di soggiorno europeo– un tipo di permesso di soggiorno perpetuo che però può essere acquisito soltanto da coloro che dimostrano un reddito minimo non inferiore all’importo annuo dell’assegno sociale-. Circostanza quest’ultima che di fatto vincola l’acquisizione della cittadinanza alla condizione economica familiare.

manifestazione cittadinanza RomaIn giro per la piazza corrono sciami coloratissimi di bambini vestiti con gli abiti tipici della proprio popolo: dei piccoli andini portano delle maschere argentate, altre bambine sfoggiano delle particolarissime acconciature, un piccolo filippino tiene in mano una lancia, come fosse un guerriero.

Al centro della piazza, accanto all’obelisco, sono state montate delle casse per l’amplificazione e dei microfoni: i gruppi mascherati si esibiranno in balli tipici del proprio Paese d’origine.

La manifestazione tarda ad iniziare, così colgo l’occasione per parlare con Rudy Colongo, presidente dell’associazione I Blu, per i diritti degli immigrati, che spiega: “siamo venuti a manifestare per dare sostegno al governo, perché sta portando avanti la proposta fatta alle europee, per rendere meno macchinoso l’iter burocratico per i bambini nati in Italia o che hanno fatto il primo ciclo di studi in Italia.”

Un ragazzo peruviano che fa lo street artist mi spiega che è diventato cittadino italiano solo perché aveva tanti parenti in Italia, altrimenti sarebbe stato molto più difficile.

Intanto i gruppi di bambini e adulti stanno preparando gli ultimi passi di ballo, mentre i turisti ne approfittano per scattare qualche foto.

Verso mezzogiorno la manifestazione può iniziare. Subito prende la parola la rappresentante del Comitato immigrati di Roma: “Ringraziamo Red Can, il comitato delle culture, I Blu, i compagni africani, filippini, peruviani, boliviani. Domani entra in discussione in Parlamento la legge sulla cittadinanza per i nostri bambini che vengono qui. Siamo cinque milioni di stranieri in questo Paese. Nove milioni di euro che entrano all’INPS per pagare le pensioni di tutti, anche agli italiani. La nostra solidarietà agli stranieri che provano a entrare in Europa. Grazie compagni per questo giorno di festa.”manifestazione cittadinanza Roma

Prima di passare agli interventi degli altri ospiti e ai balli, dalle casse parte l’inno di Mameli: i rappresentanti delle associazioni, compresi i bambini, si mettono a cantarlo solennemente con la mano sul petto.

Terminato l’inno alcune donne filippine si esibiscono in un particolarissimo ballo, tenendo in testa delle ceste di vimini e di creta. Poi è la volta degli ecuadoregni.

Conclusa l’esibizione la parola passa al presidente dell’organizzazione dei medici stranieri in Italia: “La nostra associazione chiede dal 2000 la semplificazione dell’iter per ottenere la cittadinanza. Diciamo no a personaggi come Salvini che aumentano la paura e il razzismo. È nostro progetto la ‘buona immigrazione’ la ‘buona sanità’, la ‘buona cooperazione’ e la ‘buona informazione’. Viva gli immigrati, viva l’Italia.”

Due bravissimi bambini peruviani si esibiscono nella “Danza della Marinera”, lasciando a bocca aperta il pubblico che nel frattempo ha popolato la piazza.manifestazione cittadinanza Roma

 

Il microfono intanto è passato al presidente della Fopex, il “Forum por Peruanos en el Exterior”, che, dopo aver chiesto dieci secondi di silenzio in segno di lutto per gli uomini morti nel Mediterraneo, prende la parola con tono solenne, da tribuna politica: “Nel 2014, dei 600mila bambini nati da coppie miste in Italia, solo il 19% è riconosciuto cittadino. E l’11% del Pil lo creiamo noi. Noi non siamo il nemico. Chi vi parla è peruviano dalla nascita. Nel Sudamerica ci sono 160 milioni di immigrati e discendenti italiani e nessun governo sudamericano ha mai pensato di creare una legge xenofoba. Questa è la nuova cultura, questa è la neo-Italia.”

Il rappresentante della comunità africana di Roma, un uomo possente e dall’accento francofono continua: “Ringraziamo lo Stato e il popolo italiano per l’accoglienza. Noi africani siamo stati sempre vittime. Oggi chiediamo che i nostri bambini abbiano gli stessi diritti degli italiani. Noi in Africa non discriminiamo nessuno.”

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È la volta dell’esibizione dei bambini boliviani. A seguire, prende la parola il rappresentante del JVP, il Fronte di Liberazione del Popolo dello Sri Lanka: “25 anni fa sono dovuto scappare dallo Sri Lanka, dove facevo l’insegnante e dove ero diventato clandestino perché lottavo per la democrazia contro quelli che ora sono ministri, quando c’era guerra civile in Sri Lanka. Dico grazie ai compagni e alle compagne che hanno organizzato questa manifestazione.”

 

La manifestazione si sta avviando al termine e nella piazza stanno risuonando le ultime note. Eppure la gente rimane ad ascoltare. Probabilmente, nemmeno un partito politico riuscirebbe a comunicare con così tanta forza e a radunare così tante persone. Sarebbe miope non tener conto della carica politica che un movimento come questo potrà avere in futuro, nell’avvenire della Repubblica.

Giuseppe Cugnata

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