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Unioni civili sì, unioni civili no: la terra dei cachi.

Ragusa, la roccaforte del conservatorismo, mostra le sue crepe. Un gruppo di cittadini sensibili al tema, di cui fa parte Paolo Frasca (attualmente “A Sinistra Ragusa”, ndr), decidono di intraprendere quella che è stata definita dallo stesso Paolo “una battaglia” per l’istituzione del Registro delle Unioni Civili. In base all’Art. 8 comma 3 dello Statuto Comunale, tramite petizione popolare, bastano un minimo di 300 firme per presentare in Consiglio Comunale una proposta. Così è stato: nel Luglio 2013, “è stata presentata la sua proposta con circa 400 firme.
L’apatia della comunità iblea verso temi così importanti è stata sconfitta dalla voglia di combattere per l’informazione. “Si è deciso di scendere in piazza, – racconta Paolo – montare i banchetti e iniziare a spiegare alla gente che non si stava facendo una battaglia etica o antireligiosa, ma una campagna di sensibilizzazione e informazione su una questione che ci riguarda sempre più da vicino”. Le coppie etero e omosessuali che convivono non godono, infatti, di nessun diritto nei  confronti del partner. “E’ amaro, ed impensabile allo stesso tempo, che una persona con la quale condividi tutto, non possa assisterti o avere informazioni, ad esempio, sul tuo stato di salute se, malauguratamente, dovesse succederti qualcosa e ti ritrovi all’ospedale”.

Il Registro delle Unioni Civili è importante, e non si poteva più essere indifferenti. Importante sarà inoltre la stipulazione di un Contratto di Convivenza, documento privato che tutela i diritti e i doveri della coppia ed ha valore legale.
Ovviamente il rammarico non manca. Si è parlato poco del perché e troppo delle polemiche. “E’ mancata la diffusione di informazione: escludendo il nostro blog, – commenta Paolo – i giornali ci hanno aiutato poco.  Sono rimasto allibito quando hanno detto che non era il caso di parlare di unioni civili e altri diritti, come quello allo studio, in un periodo come questo”.

E ora…

Dopo l’approvazione della petizione (avvenuta il 29 Gennaio 2014, ndr) resta un piccolo nodo al pettine: dove deve andare una coppia se vuole iscriversi al registro? “Non si sa ancora dove vogliono fare l’ufficio – la voce di Paolo si fa più sconfortata – , né sono state approvate le norme di attuazione. C’è un vuoto informativo da parte delle istituzioni che ci preoccupa”.

 

Maria Cascone

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