Press "Enter" to skip to content

Agromafie: nuove formule criminali per nuove piaghe

‹‹La mafia non è un concetto astratto, non è uno stato danimo, ma è criminalità organizzata, efficiente e pericolosa, articolata in aggregati o gruppi o “famiglie” o meglio ancore cosche […] Esiste una sola mafia, né vecchia né giovane, né buona né cattiva, esiste la mafia che è associazione delinquenziale››

Cesare Terranova, citato nel libro Storia della mafia, di Salvatore Lupo

Nuove cicatrici

La mafia nasce, si riproduce e, purtroppo, non muore. Anzi, le sue caratteristiche di “piovra”, com’è ben noto, sono date dalla sua capacità di rigenerarsi ogni volta che una delle sue braccia viene mozzata. Dunque, la mafia, in qualità di una delle imprese (illegali) più efficienti sulla piazza, tesa a cercare sempre nuovi settori e nuovi mercati, ha sempre sotto mano l’asso vincente da tirare fuori secondo le occorrenze. Uno dei settori cui ultimamente le mafie si sono “dedicate” è il settore agroalimentare e zoologico, una sorta di sotto-sezione del fenomeno ormai conosciuto a livello mondiale sotto il nome di eco-mafie. Come si può certamente desumere dal nome, l’agro-mafia sta ad indicare il settore della criminalità che si occupa di lucrare sul cibo, nella fattispecie quello di produzione agricola che, il più delle volte, finisce sulle nostre tavole. La criminalità organizzata, così si diletta a taglieggiare il settore agricolo sul territorio in svariati modi: utilizza i terreni come discariche abusive (si pensi alla penosa situazione della cosiddetta Terra dei Fuochi, in Campania); ricicla denaro sporco attraverso i vari esercizi commerciali; monopolizza il sistema dei prezzi; opera frodi alimentari impunemente, commerciando infima qualità di mozzarelle, caffè, carne e così via. Secondo un recente rapporto dell’Eurispes e della Coldiretti “il volume d’affari delle agro-mafie è stimato in circa 14 miliardi di euro l’anno. Con la falsificazione e l’imitazione ogni anno viene sottratta al vero Made in Italy l’enorme cifra di 51 miliardi di euro.”

Il settore che “alimenta” la criminalità

Un giro di affari immane e incredibilmente pericoloso. La distribuzione viene controllata rigidamente, e, risalendo questo vera e propria corrente fatta di liquami, si arriva fino alla “materia prima”. Il territorio e l’ambiente sono stati inconcepibilmente devastati da questa fabbrica dell’orrore agrario: si calcola che gli ettari di terreno contaminati dall’inquinamento metodico con sostanze tossiche siano 724mila, cioè un’estensione pari a quella del Friuli Venezia Giulia. Dati che fanno accapponare la pelle. Giorno dopo giorno, inoltre, è stata registrata una rischiosa impennata del fenomeno in questione. Sempre nel rapporto della Coldiretti e dell’Eurispes è messa in evidenza un’inquietante verità: si registra una crescita del 170% di sequestri di prodotti alimentari. Questo spropositato business fornito dalla new economy criminale ha sviluppato una crescita del 12%, e addirittura il 15% delle attività agricole sembrerebbe laconicamente in mano ferrea alla criminalità organizzata. Percentuali e numeri, che, nel loro essere astratte, non rendono bene l’idea di quanto, a livello pratico, questo settore sia stato messo in ginocchio e vilipeso dalle mafie. La realtà tangibile è quella delle malattie, dei tumori e di tutti gli altri morbi mortali che colpiscono chiunque si trovi nel raggio dei territori intossicati o, a scelta, ingoia ogni giorno un boccone di pasto avvelenato. Come sosteneva il giudice Terranova, la mafia non è astratta ma è semplicemente una pura associazione delinquenziale. Le cifre sono solo la punta dell’iceberg: se scavassimo sempre più a fondo l’unica cosa che troveremmo sarebbe un autentico mercato di morte. Il gioco al massacro è cominciato: fate il vostro gioco.

Simone Bellitto

   

One Comment

  1. […] nell’agricoltura, , ha infatti accostato per la prima volta la vicenda pugliese alla parola agromafia. Il magistrato sostiene infatti che: “Ci sono concomitanze anomale, strane, tanto da far […]

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *