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La Passione di Federico Aldrovandi

UNA MALEDETTA SERA LA MORTE ARRIVO’ IN DIVISA

I poliziotti, ovviamente, non sono tutti cattivi. Affermare il contrario sarebbe un’idiozia. Come ogni istituzione umana, però, anche il corpo di polizia di stato ha delle mele marce. Quattro frutti corrotti, che hanno assassinato un ragazzo, Federico Aldrovandi, negandogli la possibilità di sviluppare una il futuro di una vita con un futuro davanti, roseo o plumbeo che fosse stato. E’ scorsa forse tutta la vita in un attimo al giovane Federico, mentre i manganelli continuavano a percuoterlo fino a frantumarsi sulla sua schiena e a distruggere tutto sul loro violento cammino. Non sapremo mai come il nostro giovane amico avrebbe continuato la sua esistenza. Il suo respiro si è spento sull’asfalto, assassinato da quattro uomini in divisa pagati per proteggerlo. E’ stato morto un ragazzo. Questo il titolo emblematico di un documentario oramai celeberrimo che ha scardinato il silenzio attorno alla vicenda. Le luci si spengono sui colpevoli ed arriva la galera, le sbarre. Così doveva finire. Ed invece no.

LA BEFFA

Abbiamo già sostenuto diverse volte che una parte d’Italia ama coprirsi di ridicolo. Quella stessa parte ama anche ricoprire di disonore e di vergogna l’altra parte della nazione che cerca di mantenersi pulita, riparandosi con le mani a “scariche di mitra” che simbolicamente fanno più male di quelle reali. Basterebbe questo laconico commento per la vituperevole manifestazione del COISP, sindacato di polizia, che nella terra di Federico, sotto il balcone della povera madre cui hanno assassinato il bambino, ha metaforicamente “lanciato escrementi” alla memoria infangata del giovane, per difendere quei quattro boia che hanno già ricevuto la loro condanna per il proprio delitto, ampiamente riconosciuto dai più. Una condanna che, a detta di alcuni, è persino troppo clemente. Eppure c’è chi difende uomini che hanno colpito nel buio senza pietà. C’è chi, addirittura, in spregio a qualsiasi buon senso, osa definire photoshoppata la foto del cadavere di Federico, diventata un manifesto contro la violenza. Che essa provenga da un corpo armato o dalla gente comune non importa: quell’immagine asserisce con veemenza che nessuno deve essere ammazzato a sangue freddo. Un venerdì “santo” (?) di passione laica per la famiglia Aldrovandi. Certe ferite sembrano non guarire mai.

Simone Bellitto

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