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NO MUOS, TENSIONI E SCONTRI

Dopo le aggressioni alle Mamme NO MUOS da lunedì nel presidio sono continuati gli atti violenti. All’alba del lunedì mattina verso le cinque, mentre i primi presidianti sono già attivi, viene avvistata una carovana di auto scortate dalle forze dell’ordine che avanza verso il presidio. Subito le mamme e gli attivisti fermano i veicoli chiedendo ai militari di farsi riconoscere e solo così potranno passare, stessa cosa non vale per gli operai, divieto assoluto vista la revoca dei lavori. Poco lontano però un furgone con degli operai avanza ma questa volta viene bloccato e non può entrare. La polizia infastidita chiede i documenti e afferma che questo comportamento non è corretto.

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Se il buongiorno si vede dal mattino del primo giorno della settimana, lo stesso non si può dire dei giorni a seguire. Infatti nella mattinata di mercoledì arriva un convoglio in contrada Ulmo con camionette, varie volanti e auto di Polizia, Carabinieri e Digos che scortano un furgone con all’interno due operai. Immediatamente il gruppo delle mamme ferma i veicoli, le forze dell’ordine affermano che si tratta di normale manutenzione: cambiare delle lampadine. Inizia così una discussione tra militari e manifestanti che si fa sempre più accesa, mentre i più irrequieti sono stati allontanati violentemente e identificati. A un certo punto le forze dell’ordine si rendono conto che la scusa della manutenzione delle lampadine non regge, perché suona ai manifestanti come l’ennesima scusa.  Si passa alla forza. Numerosi celerini caricano con spintoni tutti i manifestanti presenti comprese le mamme e li  allontanano brutalmente. Così il furgone riesce a passare sotto gli sguardi dei manifestanti bloccati a forza dagli agenti. Un ragazzo viene fermato e caricato sulla volante ma l’opposizione delle mamme lo riporta fuori dal veicolo e viene rilasciato. Il giorno dopo le acque non si placano perché uomini della polizia hanno effettuato dei controlli presso le abitazioni di alcuni attivisti. Causa del controllo è stata una sassaiola subita da un’auto civetta e uno strano movimento nelle campagne del nisseno, a detta del commissariato niscemese. Le perquisizioni hanno dato esito negativo.

Ma veniamo alla giornata di ieri. Verso le 13 è stato avvistato un corteo di vetture e blindati della polizia che scortava un’ autobotte piena di diesel. Grazie al tam tam sui social network e tra gli attivisti, il presidio era occupato da un centinaio di persone pronte a bloccare i veicoli. La violenza come nei giorni scorsi è stata la protagonista. Subito le forze dell’ordine hanno reagito contro i manifestanti con violente cariche, spintoni, manganellate e accanimenti con calci e pugni con chi si trovasse davanti, indistintamente tra mamme, ragazze e ragazzi. Per oltre un’ora gli attivisti impegnati nel tafferuglio con gli agenti non sono riusciti a fermare l’autobotte. Sono stati usati infatti i blindati come ariete per aprire uno spazio tra la folla in modo da far entrare nella base l’autobotte. Diversi sono stati i feriti tra i quali un ragazzo colpito al volto e con problemi nella deambulazione. Oggi i toni della protesta che va avanti da mesi si sono alzati, da discussioni accese  si è passati a veri e propri scontri violenti.

 

Federica Monello

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