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Il paradosso “radicale”

RADICAL CHIC

Il Partito Radicale Italiano è sempre stato un soggetto indubbiamente anomalo ed interessante nel panorama politico italiano. Posizionatosi in un’area quasi di centro, né a destra né a sinistra, si è sempre fatto portavoce di campagne per i diritti civili coraggiose e ardite. Il diritto al divorzio o  all’aborto negli anni ’70-80, ad esempio. Oppure, di recente leggi per la legalizzazione delle droghe leggere e campagne in difesa dei diritti dei prigionieri delle “patrie galere”. Nel corso dei decenni molti intellettuali si sono fatti calamitare dal radicalismo italiano. Dalle belle parole di Pier Paolo Pasolini, alla vera e propria adesione di intellettuali del calibro di Leonardo Sciascia e di personaggi dello spettacolo molto acuti quale fu Domenico Modugno. Ma nel cuore e soprattutto nella mente del leader Marco Pannella, qualcosa forse è definitivamente cambiato. Dopo innumerevoli scioperi della fame e della sete il radical è divenuto sempre più chic. A tratti paradossale e grottesco quanto un film di Alejandro Jodorowski.

 

A DESTRA DI NESSUN CENTRO

Sicuramente sa di bizzarro e di amaro il tentativo della premiata ditta Pannella-Bonino di lanciarsi a spada tratta verso un treno in corsa di colore conservatore. Ultra-conservatore. Nelle settimane scorse l’intesa con il partito La Destra, capeggiato dall’inossidabile leader maximo Francesco Storace, è sembrata davvero ad un soffio. Nonostante, a parere di chi scrive, ma non solo, l’incompatibilità manifesta dei programmi elettorali tanto dell’uno che dell’altro partito. Accordo che senz’altro avrebbe visto la luce, se non fosse per l’epilogo (squallido). Una classica risoluzione da cinepanettone all’italiana. Difetti tecnici di una non meglio precisata natura. Mancanza di tempo (?) nel collaudare e presentare le liste congiunte. Sembrerebbe l’esito convulso di una barzelletta sconclusionata. Più che altro il dato evidente tratto dalla disamina dei fatti che abbiamo appena compiuto è uno solo: la politica italiana è sempre più occlusa nei suoi esiti dalle macchinazioni più cartoonesche.
Forse il segnale che un’epoca, fatta di lotte per i diritti civili, si sia definitivamente conclusa. L’amarezza manifesta è quella di un universo politico che assomiglia sempre meno a politici di stazza quali Sandro Pertini o Enrico Berlinguer, e sempre più a personaggi quali il “nuovo” Pannella o Daniele Capezzone, da radicale a portavoce nazionale del PDL. Un epitaffio per la più indigesta delle pietre tombali.

 

Simone Bellitto

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