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L’informazione in cenere – L’incendio di Telejato

Fuoco e fiamme

Cenere alla cenere, polvere alla polvere. A volte sembra l’epitaffio ideale per il giornalismo italiano e mondiale. Mai come oggi quella “cenere” è così reale. Il caso emblematico è quello accaduto ieri nel trapanese, sul monte Bonifato, nei pressi di Alcamo. Il fatto increscioso riguarda l’incendio doloso occorso al ripetitore della TV Telejato, di proprietà di Pino Maniaci, vessillo da anni e anni della lotta su schermo alle mafie.
Giornalismo in fiamme. Libri e cultura al macero, in fumo. Dalla notte dei tempi il giornalismo, la cultura sono stati bersaglio dell’ignoranza, vessati dai regimi. Chi mai potrà dimenticare la “lezione” del nazionalsocialismo, o in altre parole le cataste e cataste di libri lanciati su abominevoli roghi? O i libri messi all’indice dagli inquisitori di casa nostra per secoli e secoli?

Il gioco delle mafie

Le mafie giocano a Risiko. Il loro gioco preferito è quello di conquistare territori, e all’interno di essi “vaporizzare” le forme di dissenso. Telejato è l’ultimo bersaglio di questo corrotto sistema di potere che mira ad annichilire le coscienze, a ottenebrare le menti. 25 mila euro di danni è il prezzo che questa coraggiosa emittente televisiva ha dovuto pagare (questa volta, tralasciando tutte le altre) per la semplice professione di libera informazione. Ovviamente è facile mettere in ginocchio con un ingente danno economico come questo una piccola emittente che cerca di farsi largo e dare spazio in questo pantano di informazione prezzolata e bugiarda. Saremo, un giorno, ancora in grado di usufruire di una libera informazione come questa, o permetteremo alle organizzazioni criminali di vincere la partita?

“In una società libera l’informazione deve penetrare dovunque.” (Terry Gilliam – Brazil)

 

Simone Bellitto

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