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La banale marcia dei ‘sdisanurati

Una sera di mezza estate per ricordare

Ragusa Ibla

Il 19 luglio è una data particolare per chi è nato nel triangolo di terra che galleggia sul Mediterraneo meglio conosciuto con il nome di “Sicilia”. Il 19 luglio, così come il 23 maggio, è un giorno di memoria, di spinta e di azione. Il 19 luglio 2012 quattro movimenti della futura ex-provincia di Ragusa hanno dato vita ad una serata di commemorazione per Paolo Borsellino e per tutte le vittime illustri della mafia, elencate durante un corteo da P.zza San Giorgio alla Villa di Ragusa Ibla. La folla non era sicuramente quella delle grandi occasioni, a causa probabilmente della notte di mezza estate in cui ha avuto luogo la manifestazione, ma ha annoverato alcune presenze illustri: il sindaco Nello Dipasquale, il suo avversario politico Peppe Calabrese e il Presidente al Consiglio Comunale Giuseppe Di Noia. Significativa e particolare la presenza di questi uomini, sorridenti e amici davanti ai flash, ringhianti e subdoli davanti alle penne. Inoltre è sembrata piuttosto strana la presenza di qualcuno, soprattutto per le implicazioni personali in ambiti poco onorevoli.

 

L’altra Ragusa

“La mafia è dentro le istituzioni, dentro la politica” abbiamo ascoltato durante il dibattito aperto quando il corteo è giunto all’interno della Villa di Ragusa Ibla. La mafia è un atteggiamento che non è definibile soltanto in ambito giuridico come lo stesso Borsellino spiega nel discorso tenuto agli studenti dell’Istituto Tecnico Professionale di Bassano del Grappa; la mafia è molto più, la mafia è soprattutto mutismo e rassegnazione di chi si accontenta di una bella parola per mettersi l’anima in pace con un passato e con un presente ingombrante. Sembra, infatti, questo il filo rosso della manifestazione del 19 luglio: un corteo e un tam-tam di consuete banalità che lasciano il tempo che trovano se le azioni non avvalorano questo spirito d’iniziativa (non nuovo a Ragusa) e degno di lode, ma fine a se stesso. Le parole assumono un significato solo se correlate ad una azione che non può rimanere circoscritta all’ambito delle speranze. Ragusa è molto più che manifestazioni, movida e politica: Ragusa è anche mafia con una piccola differenza rispetto al contesto siciliano degli anni ‘90: a Ragusa ha sempre giocato a nascondino e continua a farlo, trovando terreno fertile in quegli uomini “‘sdisanurati” che amministrano la cosa pubblica.

 

Simone Lo Presti

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