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La storia di un agricoltore. Ma quale politico ?!!

E’ stanco Corrado. Alla stanchezza fisica c’è abituato. E’ bracciante agricolo da trent’anni. Ogni giorno per lui, è uguale all’altro. Sveglia all’alba, caffè al solito bar, e via coni il trattore in campagna. “ U iaddino “ lo chiama lui. In campagna il lavoro non finisce mai. I limoni – a differenza delle dicerie – non crescono da soli. Bisogna curare la terra e la pianta affinché non si ammali. C’è da irrigare, da “pompiare” (concimare e mettere gli antiparassitari), da tagliare “ u sicco “. E’ un lavoro duro, che non conosce estate e inverno, ferie e malattia.

Da tre giorni la sua routine è cambiata. Lunedì 16 gennaio si è alzato all’alba, forse un po’ prima rispetto agli altri giorni, ha preso il trattore ed è andato allo svincolo autostradale di Noto. Non ha sbagliato strada. Pian piano insieme a lui, sono arrivati altri camion, trattori, furgoncini, macchine. Lo chiamano il “ movimento dei forconi “.

E’ ancora lì dopo tre giorni. E tre notti. Il viso è segnato dal sonno e dal freddo. Ma non importa. “ U fazzo soprattutto pe mo figghi “ dice lui. E allora da tre giorni ha lasciato “ u Iaddino “ per unirsi alla protesta degli altri suoi amici. Chiedono di essere ascoltati. Vogliono che il loro lavoro sia rispettato. Lui raccoglie e vende i limoni all’ingrosso. Ogni chilo di limoni lui percepisce 15 centesimi. Poco. Troppo poco. Con quel guadagno, deve pagare degli operai, (che non può permettersi di mettere in regola) per raccogliere i limoni. Sempre con quei 15 centesimi, deve pagare le cassette dove mettere i limoni raccolti. Da quei 15 centesimi, deve far uscire i soldi del gasolio per il trasporto e per le tasse. Poco. Troppo poco. I suoi limoni, dopo che lui li ha curati, raccolti e venduti al grossista, vengono a loro volta venduti nei supermercati italiani a 3 EURO al chilo. Non si arrende Corrado. Va comunque avanti. La concorrenza arriva pure dall’estero, ma è sleale. Prassi denunciata e multata (di 600 euro) dalla Guardia di Finanza , è quella di comprare prodotti agricoli argentini, tunisini e cinesi, per venderli come prodotto biologico siciliano. Così il mercato agricolo siciliano muore. Per questo lui e i suoi “amici” protestano da tre giorni. Hanno portato i loro mezzi pesanti all’ingresso dell’autostrada. “ Non fermiamo le macchine” ci tengono a dire “ li rallentiamo e spieghiamo loro i motivi della nostra protesta “. Hanno acceso un fuoco, “ mangiamo solo sausizza siciliana “ dice ridendo. “ Rimarremo qui, fino a che c’é la facciamo”.

La protesta continua pacifica. Come ogni manifestazione che si rispetti, qualcuno è alticcio, qualcuno dorme, qualcuno gioca a carte. Il segno più importante è quello di una Sicilia ferma, unita e che si vuole far sentire. I leader dei movimenti locali sono gente comune. Non hanno interessi politici. Hanno paura per il loro futuro e quello dei loro figli.

Ho cercato di capire se fossero di destra o di sinistra. Qui la gente è solo stanca e incazzata. Qualcuno si sarà infiltrato. Qualche sciacallo di voti. Partiti come Forza Nuova – diciamocelo chiaramente – hanno approfittato del fatto che non ci sia una grande organizzazione dei partiti o dei sindacati dietro. Per questo hanno cercato di imbucarsi. Da vigliacchi aggiungerei. Mariano Ferro, Martino Morsello, e Giuseppe Scarlata interessano poco a questa gente. Certo, loro hanno dato vita a questo movimento a loro si deve il merito dell’organizzaione. La gente, questa brava gente, aspettava solo il momento per scendere in piazza. Al futuro l’ardua sentenza.

Corrado intanto continua la sua protesta. Gli agricoltori e i pescatori parlano dei problemi comuni. I camionisti distribuiscono i volantini. I commercianti abbassano le saracinesce dei negozi e si uniscono alla protesta. Le dicerie non contano. Questa è cronaca.

Francesco Midolo

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