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Il dialogo alimenta la partecipazione

“Chi crede nell’Europa sarà contento se si farà ogni tanto un passo avanti e mezzo passo indietro. La democrazia, ha scritto Günter Grass lodandola per questo, ha il passo della lumaca.” (Claudio Magris)

 

Che cosa ci ha spinto a unirci in un dibattito, promosso da GenerazioneZero, sui molteplici modi di fare democrazia?

Questa è stata la prima domanda che ci siamo posti.

Democrazia.

Termine alquanto variegato. Abusato a volte. Poco compreso dai molti. Spesso confuso o banalmente utilizzato. 

Democrazia, dal greco δῆμος (démos=popolo) e κράτος (cràtos=potere).

Siamo davvero coscienti di ciò? Sappiamo sentirci democratici o applicare la democrazia?
Ecco uno dei motivi del nostro operare.
La difficoltà iniziale è alimentare il senso democratico anche alle nuove generazioni. Perché? Perché saranno i cittadini del domani, della nuova Europa. Quelle generazioni che si spera avranno più possibilità rispetto alle precedenti. Nuove prospettive di educazione. Che cos’è l’educazione? Imporre loro ideologie e iniettare loro nozioni? Questo non ci sembra molto democratico.

Infatti educare non vuol dire diffondere erudizione.

“La cultura muove, l’erudizione cristallizza”. Questa una delle tante ‘opinioni partorite nel corso del dibattito.
L’arte della più antica levatrice. Il tirar fuori i pensieri assolutamente personali. La liberazione dalle catene della retorica e della persuasione. Qualcosa che un po’ tutti abbiamo dimenticato. Questo ci sembra molto democratico.
Il dialogo tra culture differenti è il nuovo futuro. La tolleranza di pensiero abbatte ogni possibile barriera ideologica. E il dialogo è il solo possibile metodo dimenticato da secoli: la maieutica.

La risposta naturale alla domanda con cui si era aperto il dibattito. E quando il dialogo viene svolto in maniera del tutto democratica, la partecipazione non è mai tediosa.
Collettivo Sigona Scibilia

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