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La redazione-Ottobre

Agli utenti che ci seguono più fedelmente, non sarà sfuggito che il sito di Generazionezero.org è stato oscurato per quasi una settimana. Le motivazioni sono semplici quanto inspiegabili: abbiamo subito un attacco hacker. Chi possa trarre vantaggio o essere anche solamente capace di concepire un’azione simile, lo ignoriamo. Quel che invece sappiamo è che quest’ azione è ci costata parecchio lavoro, che si è andato ad aggiungersi ai consueti impegni della manutenzione del sito e del suo aggiornamento periodico. In seguito all’attacco abbiamo dovuto trasferire il nostro dominio, creare un nuovo sito provvisorio che tentasse almeno di dare qualche spiegazione su quanto stesse avvenendo agli utenti più fedeli ed infine trasferire tutto il nostro lavoro su un server più sicuro (e costoso).

Possiamo solo immaginare a chi possa dare fastidio la nostra attività e chi possa avere gioito del nostro momentaneo oscuramento. Noi svolgiamo la nostra attività d’informazione senza trarne nulla in cambio, ma cercando di svolgerla con il massimo della professionalità. Questo può dare fastidio a molti e spingere altri a danneggiarci in tutti i modi possibili. Non vogliamo fare del vittimismo, né gridare alla censura come in questi giorni altri siti hanno fatto: si pensi a Wikipedia e Nonciclopedia. Noi siamo dei “proletari” dell’informazione e come tali non veniamo toccati dalla Censura, quella con la “C” maiuscola che è privilegio solo di pochi, importati personalità.  La stessa Censura che sembra essere un problema capace di smuovere l’interesse generale, ma solo quando le vittime hanno i mezzi e le forze per denunciare, a ragione,  l’aggressione che subiscono. Immagino soltanto cose sarebbe potuto accadere a gente come Saviano o Julian Assange se le censure, le difficoltà e le minacce alla loro attività si fossero abbattute su di loro quanto erano solamente dei semplici giornalisti di provincia.

Noi non abbiamo ancora i mezzi per denunciare censure e sopraffazioni: siamo in un costante work in progress, molti dei nostri “redattori” sono ancora minorenni e alle prime esperienze giornalistiche, non abbiamo una copertura nazionale, né illustri protettori nel mondo dell’informazione.

Affermiamo questo, proprio perché durante i giorni del nostro oscuramento, internet ha dimostrato quanto poco valida sia l’equivalenza “web=bene assoluto”. Abbiamo assistito alla farsa del blocco di Nonciclopedia e contemporaneamente al tam-tam retorico per la morte di Steve Jobs, capitano d’impresa che negli ultimi anni ha posto una dittatura simile, se non peggiore, a quella di Bill Gates sul mondo dell’informatica e che forse più di questo è stato capace di reinventare il capitalismo in modo che di esso apparisse solo il volto pulito e presentabile, perfettamente simbolizzato dallo stile essenziale dell’Iphone. A questo proposito, anche noi vogliamo associarci al lutto per Steve Job, ma allo Steve Jobs ventenne, quello che non poteva permettersi la retta per una prestigiosa università americana e che, nonostante questo, è riuscito a reinventare il mondo della tecnologia. È questo lo Steve Jobs che ci è vicino e che ci piacerebbe ricordare, non la figura dello sfruttatore e monopolizzatore, che produce nel terzo mondo dissanguando la manodopera da pochi dollari l’ora.

Le due figure, purtroppo, sono difficilmente separabili. Ma se questo è un problema per noi che crediamo ancora che le parole abbiano, o debbano tornare ad avere, un qualche peso, pare che per gran parte del Web ed i Mass-media, non esista invece alcuna contraddizione.

Vediamo in tutto questo una grande ipocrisia, la stessa di chi non capisce la vera importanza del web libero e partecipato o, peggio, ne ha paura e per questo vuole censurarlo.

Per finire, un’altra parte di questo mese è stata occupata dai movimenti di piazza, pacifici e non. Dedichiamo dunque parte del numero di ottobre al racconto di questi movimenti.

La redazione di Generazionezero.org

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