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Intervista a Davide Di Pasquale di “Uniamoci Onlus”

Di Pasquale è presidente dell’Associazione “Uniamoci Onlus”. Lo abbiamo incontrato ad Acireale e gli abbiamo chiesto delle sue esperienze nel campo del volontariato e dei progetti europei.

Di cosa si occupa la vostra associazione?

“Uniamoci Onlus” è un’organizzazione senza finalità lucrative anche indirette e svolge la propria attività nel settore dell’integrazione, dell’accoglienza, della tutela e dell’assistenza sociale dei soggetti diversamente abili. L’associazione è nata a Palermo, per atto notarile, il 26/03/2008, ed è regolarmente registrata all’Anagrafe Unica delle Onlus presso l’Agenzia delle Entrate. Costituisce scopo dell’associazione la realizzazione di iniziative socio-culturali ed educative finalizzate alla sensibilizzazione delle giovani generazioni alle problematiche della disabilità, di istituire servizi per migliorare la qualità della vita dei soggetti svantaggiati attraverso l’assistenza sanitaria e sociale, la formazione dei soggetti impegnati nel settore socio-assistenziale, la solidarietà familiare, la tutela dei diritti civili, la sensibilizzazione sociale, la lotta alla discriminazione sociale a scapito di soggetti svantaggiati. A tal fine, in particolare, persegue lo scopo di:

– Promuovere azioni positive nell’ambito della promozione sociale e culturale nel territorio dove svolge la sua opera;

-Svolgere attività di formazione e apprendimento non formale, volta a migliorare la realtà locale attraverso il miglioramento delle competenze e capacità degli operatori socio-assistenziali.

– Promuovere ogni azione utile e necessaria all’integrazione sociale di tutti i cittadini minori inabili, disabili ed anziani, impossibilitati a provvedere da sé, interamente o parzialmente, alle normali necessità di vita quotidiana e sociale;

– Svolgere attività volte all’integrazione e interazione sociale attraverso l’organizzazione di viaggi e momenti ricreativi periodici;

– Realizzare servizi integrati di prevenzione, ricreativi, educativi per soggetti svantaggiati e portatori di handicap;

– Promuovere e rivendicare l’impegno delle istituzioni a favore delle persone deboli e svantaggiate, di affermazione dei loro diritti, nonché la sperimentazione e la ricerca di nuove tecnologie didattiche e di animazione anche con l’utilizzo di strumenti informatici;

– Implementa le politiche sociali europee all’interno del programma Gioventù in Azione e del Programma di Apprendimento Permanente.

 

Uniamoci Onlus conta ad oggi più di 140 iscritti, svolge la sua attività sociale tramite l’apporto e l’ausilio di uno staff competente che vanta una notevole esperienza nella realizzazione di progetti, locali, nazionali e transnazionali destinati e mirati alla promozione/inclusione sociale dei soggetti con minori opportunità.

 

 

Che tipo di rapporto hanno le Istituzioni con associazioni come le vostre? 

 

Ci sono alcune istituzioni che sconoscono l’esistenza delle nostre attività, altre vogliono essere partecipi.

 

 

Come siete nati e perché?

 

L’associazione Uniamoci Onlus è nata a Palermo, per atto notarile il 26/03/2008, dalla volontà di offrire ai giovani diversamente abili un servizio alternativo rispetto a quelli disponibili sul territorio, andando oltre la sola assistenza e trasporto, avendo come principale obiettivo l’integrazione, l’accoglienza e la tutela dei diritti dei diversamente abili. Attualmente, oltre la realizzazione di iniziative socioculturali ed educative, lo svolgimento di attività volte all’integrazione e interazione sociale attraverso l’organizzazione di viaggi e momenti ricreativi periodici, la realizzare di servizi integrati di prevenzione, ricreativi, educativi per soggetti svantaggiati e portatori di handicap e la promozione e rivendicazione dell’impegno delle istituzioni a favore delle persone deboli e svantaggiate, l’ Associazione gestisce, grazie all’acquisizione di un bene confiscato alla mafia, un ambiente interamente a disposizione dei soggetti diversamente abili in cui utilizzare computer e collegamento internet, svolgere attività ricreative e di studio.

 


E’ difficile vivere a Palermo oggi? E’ una città a misura di disabile?

 

Per un disabile vivere a Palermo è piuttosto complicato. La scarsa sensibilità dei cittadini li porta a non rispettare le norme relative ai presidi ed agli spazi riservati ai disabili, tra l’altro non sempre presenti, per cui non è infrequente trovare automobili posteggiate nei posti auto riservati ai disabili o trovare occupato l’accesso agli scivoli per accedere ai marciapiedi.

Spesso locali, edifici e servizi non sono accessibili ai disabili o prevedono l’accesso per i disabili sul retro o al termine di percorsi tortuosi per poi raggiungere ascensori o rampe non sempre funzionanti. Facendo una passeggiata in centro, ad esempio, ci si trova a dover camminare sulla strada,k insieme alle macchine! Per un disabile a Palermo è praticamente impossibile poter uscire solo ed essere autonomo.

 


Come siete entrati in contatto con il programma “Gioventù in Azione”?

 

Passaparola


 Che cosa ne pensate del seminario svoltosi a Acireale?

 

Il seminario svoltosi ad Acireale si è rivelato molto interessante e produttivo. Personale altamente preparato ha illustrato le diverse possibilità offerte dal Programma Gioventù in Azione, sciogliendo eventuali dubbi e chiarificando i contenuti della guida. Si è rivelato un ottimo strumento di supporto alla redazione di nuovi progetti.

 

 


Vi occupate anche di altri progetti europei? Questi vi danno un aiuto più determinante dei progetti regionali?

 

Oltre ai progetti del programma Gioventù in Azione ci occupiamo di progetti all’interno del programma di Apprendimento Permanente. I progetti Europei sono maggiormente accessibili e rispondono maggiormente alle esigenze e finalità dell’Associazione, consentendo di indirizzare i ragazzi disabili afferenti alla nostra Associazione verso una prospettiva europea, creando possibilità di interazione con coetanei stranieri, possibilità di sperimentare le proprie capacità e competenze. Inoltre il confronto con Associazioni impegnate in ambito sociale in altri paesi europei è di fondamentale importanza per la condivisione di buone pratiche e lo sviluppo di nuove metodologie di approccio al mondo della disabilità.

 

 

Cosa consigliereste ai disabili siciliani per far fronte alle difficoltà che vive questa categoria nell’isola?

 

L’atteggiamento dell’Associazione  a riguardo è quello spronare i disabili a denunciare la violazione dei propri diritti attraverso articoli di giornale, pubblicazioni sul forum dell’Associazione e proteste, in quanto solo manifestando il proprio dissenso e malcontento è  possibile ottenere dei cambiamenti. Inoltre l’associazione organizza periodicamente iniziative, eventi e seminari volti alla sensibilizzazione della comunità locale sul tema della disabilità. Per cui il consiglio che possiamo dare ai disabili siciliani è di partecipare attivamente a eventi di questo tipo continuare a manifestare in difesa dei propri diritti.

 

 


Ci sono esperienze molto importanti che avete fatto grazie ai programmi europei. Ci potreste raccontare degli aneddoti?

 

Un’esperienza di grande importanza è stato il progetto “DISABILITY RESOURCE: social inclusion vs. discrimination” in cui l’attivita di  sensibilizzazione è stata rivolta a studenti delle scuole superiori, mostrando loro le difficoltà incontrate nella vita quotidiana dai ragazzi disabili che presentavano la propria esperienza personale, rispondendo alle numerose domande dei ragazzi.

 

Il progetto “Exchanging Diversities: the power of Dialogue”, uno scambio culturale incentrato sul tema della diversità, si è rivelato un’ottima opportunità di integrazione e crescita personale per i ragazzi disabili invitati a partecipare. Anche nei momenti ludico-ricreativi i ragazzi disabili erano perfettamente parte del gruppo, sempre circondati dagli altri partecipanti.

Il vostro progetto “Disabile In…Forma” e quello della web-radio vi hanno arricchito?

 

Ci hanno arricchito molto ed hanno rappresentato un’esperienza di reale integrazione in cui ciascun partecipante diversamente abile o normodotato, aveva un compito ben preciso in funzione delle abilità possedute e risultava indispensabile alla prosecuzione delle attività.

Inoltre anche per gli ospiti invitati a partecipare è stata un’esperienza innovativa e di crescita personale, vedendo i loro interventi gestiti da ragazzi disabili.

 

 


Che progetti avete in programma?

 

Abbiamo in programma un seminario sul tema della diversità della durata di 5 giorni volto alla condivisione di buone pratiche nello svolgimento di attività sociali rivolte a soggetti disabili; vorremmo presentare un progetto di azione 1.2 coinvolgendo direttamente i ragazzi disabili in un ciclo di seminari incentrati sulla musica come strumento per raggiungere l’integrazione sociale e stimolare l’apprendimento non formale.

Intervista di Giulio Pitroso

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