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Comiso e la partecipazione- Intervista a Di Bona

Di Giulio Pitroso

Alla vigilia del referendum su acqua, nucleare e legittimo impedimento, Carmelo Di Bona, rappresentante della Fabbrica di Nichi a Comiso ci rilascia un’intervista. La città di Comiso è notoriamente disturbata da attività losche e questo progetto di parteciapzione politica rappresenta quasi un’oasi di impegno civile e crescita umana.

Che cosa avete organizzato? Perché?
Da qualche mese a questa parte un gruppo, oserei definirlo “alternativo”, ha deciso di fondare la Fabbrica di Nichi a Comiso. L’idea è nata dalla volontà, che vive dentro ognuno di noi, di poter cambiare le cose e di contribuire al miglioramento della realtà che ci circonda. Una realtà alquanto cupa, ricca di problemi di varia natura ma soprattutto dominata dall’indifferenza e dalla disinformazione che rendono la cittadinanza Comisana morta davanti ai problemi che regnano e condizionano la nostra società.

Come vive Comiso i problemi ambientali?
I problemi che regnano a Comiso sono moltissimi fra cui: la mancata valorizzazione del patrimonio naturalistico, strade piene di buche, inquinamento ambientale (naturalmente dovuto ai cittadini che piuttosto che gettare le cartacce negli appositi cestini le getta per terra) e potrei ancora continuare. La cosa peggiore, però, non risiede nelle problematiche in sé ma piuttosto nella scarsa informazione che se ne ha e che porta all’indifferenza. Il popolo così è psicologicamente morto dato che subisce, senza reagire, le scelte della classe politica governate.

Come pensate che reagiranno i comisani a quest’iniziativa?
E per far fronte a questo problema che la Fabbrica, fra i suoi obbiettivi principali, si è imposta l’informazione perché l’informazione contribuisce moltissimo al cambiamento che ci auguriamo di portare. Infatti, cercare di informare i nostri coetanei, far prendere coscienza che le cose possono cambiare e che una politica migliore è possibile sono i nostri obbiettivi.
Il percorso è lungo ma devo dire che Comiso sta reagendo molto positivamente, sia attivamente che passivamente. Infatti oggi la Fabbrica conta circa cento persone che collaborano attivamente e molte più sono quelle che seguono i nostri incontri informativi e che partecipano alle nostre manifestazioni.

Come mai avete scelto queste modalità?
Questa elevata partecipazione ci dà la forza di andare avanti con i nostri progetti, ma, cosa più importante, è la conferma di come quello per cui stiamo lavorando sia apprezzato e visto positivamente dalla cittadinanza; forse anche per il nostro trasparente modo di operare e di muoverci. Così trasparente che permette, a tutti coloro che ci seguono, di capire quali siano i nostri reali interessi, che non riedono nelle così ambite e combattute “poltrone”, ma bensì nella voglia di migliorare il mondo che ci circonda; così trasparente che trasforma la politica, intesa non come botta e risposta fra partiti, ma bensì come qualcosa che pensa al miglioramento delle condizioni in cui si trova attualmente la società.
La strada è lunga ma il nostro impegno e la nostra voglia di fare, spero, ci darà modo di superare gli ostacoli che si presenteranno e che riusciremo realmente a raggiungere i nostri obbiettivi. La voglia c’è, adesso tocca ai Comisani darci la possibilità di continuare a realizzare il nostro sogno di miglioramento. Sogno che continuerà a manifestarsi il 10 Giugno, in piazza fonte Diana alle ore 20, dove la Fabbrica manifesterà per il raggiungimento del quorum ai referendum e naturalmente per i quatto sì; la manifestazione sarà accompagnata dalla musica dei Negativo, dei Les tambours d’harmattan e dei Baciamo le mani così che oltre a coinvolgere tutti i votanti potremo sensibilizzare gli elettori del futuro, facendogli prendere coscienza sociale dei problemi…

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