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L’Unione degli Studenti incontra Cremaschi

Gli “indignados” vittoriesi incontrano il presidente nazionale della FIOM.

Intervista della redazione di Vittoria a Giorgio Cremaschi.

 

Di Marco Famà e Claudio Ragusa

Il 26 Maggio il presidente nazionale della FIOM-CGIL, Giorgio Cremaschi, si è recato a Vittoria per incontrare i giovani in sostegno del candidato al consiglio comunale, per Sinistra Unita con Vendola, Davide Guastella. Temi dell’incontro la precarietà giovanile e il lavoro, con un occhio di riguardo alla situazione locale, senza trascurare quella nazionale. Alla conferenza, svoltasi alla sala congressi dell’Emaia, sono intervenuti esponenti della Federazione della Sinistra, dell’Unione degli Studenti di Vittoria, oltre al candidato Guastella e al giovane comunista Andrea Gentile. Tutti concordi nella volontà di combattere la piaga sociale del precariato. Sono state espresse alcune idee su cosa debba essere fatto a livello comunale e non solo, per cercare di risolvere questo problema. Un altro problema che interessa la provincia di Ragusa, quello del polo universitario ormai completamente allo sbando, è stato più volte citato soprattutto dai ragazzi, i quali si sono sentiti, e si sentono tuttora, sdegnati e si chiedono: “Basta salvare l’esistente che c’è a Ragusa e continuare con queste proroghe?”. La risposta è un unanime no e i ragazzi puntano il dito contro l’amministrazione Nicosia che da un lato dice di voler difendere (“copiando pari pari i comunicati stampa” dei Giovani Comunisti), ma che effettivamente risulta essere una dei principali responsabili della chiusura polo, con l’uscita nel 2009 dal consorzio universitario. A seguito l’intervento di Marco Famà, portavoce dell’UdS di Vittoria, che ha voluto affermare con decisione l’importanza dell’impegno giovanile e, soprattutto, ha visto in questo incontro il coronamento di un’intera stagione di proteste, protrattosi dall’8 ottobre fino al recentissimo appuntamento nel capoluogo ibleo il 26 maggio. Infine l’intervento di Cremaschi, il quale ha parlato della situazione nazionale lavorativa, dei problemi derivati dal disinteresse del Governo nei confronti dei diritti dei lavoratori e, di pari gravità, quelli concernenti la difficoltà a trovare un’occupazione stabile per noi giovani. A seguito della discussione abbiamo posto alcune domande al compagno Giorgio,inerenti sia argomenti a livello locale sia di spettro più ampio. Ha risposto così ai nostri interrogativi:

Come si può agire nei piccoli territori per far lavorare i giovani? Che cosa potrebbe fare il comune, la provincia o la regione?

Una cosa che può fare il comune è dare trasparenza alla situazione, fornire uno spazio nel quale le persone si possano organizzare, diventando un ente che dia battaglia alla precarietà, a vantaggio dei giovani. Deve perciò rendere trasparenti situazioni di super-sfruttamento e cominciare ad affrontarli. Immaginate se il comune vi appoggiasse nell’organizzazione delle vostre lotte! Le istituzioni devono fornire gli strumenti affinché le persone si organizzino.

Com’è possibile che in Italia, seppure nella stessa Costituzione si parli di tutela del lavoro, si possa scendere a compromessi (con riferimento alla FIAT)?

(Con una punta non troppo velata d’ironia, ndr)La Costituzione è scritta, però loro hanno i soldi! Marchionne ha messo in discussione un sacco di articoli della Costituzione. L’articolo 41 della Costituzione, che Berlusconi vuole sopprimere, è stato già abolito nei fatti da Marchionne. Io credo che da trent’anni nel nostro paese, picconata per picconata, si stia tentando di distruggere la Costituzione. Mentre la politica e i governi smantellano la seconda parte della Costituzione, quella dei diritti politici, per intenderci; il mercato e  il liberismo mettono in discussione la prima parte, quella dei diritti fondamentali.

Che cosa possono fare i giovani per conquistare ciò che è loro di diritto?

Bisogna ribellarsi, organizzarsi, non piegare la testa e avere fiducia nel fatto che le cose possano cambiare! La nostra forza è anche la speranza che le cose possano cambiare! In realtà, stanno già cambiando, perché i giovani si stanno rimettendo in moto in tutt’Europa: dagli indignados, agli inglesi, ai greci, a voi. Bisogna aver fiducia e tener duro!

Quali sono le condizioni che non permettono ai giovani di trovare lavoro?

Ci sono due fattori. Il primo sta nel fatto che in Italia da anni non si fa più una vera politica del lavoro; il secondo è la distruzione dei diritti per cui i giovani sono svalutati da rapporti di lavoro di tipo precario. Se si somma tutto questo alla crisi economica e se non vi sono programmi di rilancio e investimento sul lavoro, si crea la situazione per cui i giovani oggi sono coloro che pagano maggiormente, insieme paradossalmente agli ultra cinquantenni.

Secondo lei, chi riuscirà a cambiare la situazione lavorativa nel nostro Paese?

Sarete voi a farlo!

 

 

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